donne nel motorsport
La visione delle donne nel motorsport negli anni è cambiata anche se esiste ancora il peso di dover dimostrare di essere all'altezza.

Il mondo del motorsport negli anni è cambiato; un aspetto innegabile sia dal punto di vista tecnico che da quello delle figure che girano tra le piste delle tante categorie motoristiche. Negli la mentalità si è infatti aperta, guardando con occhi diversi anche chi, fino a quel momento, era stato considerato fuori luogo. Le donne nel mondo del motorsport questa sensazione la conoscono; un peso portato sulle spalle con l’idea che, se fosse stata un uomo, forse sarebbe stato più semplice.

Donne nel motorsport: com’era e com’è

Il cambiamento è un fattore che fa ormai parte della vita di tutti i giorni. Negli ultimi anni in particolare il mondo ha iniziato a muoversi verso alcune direzioni spesso messe da parte, portando sotto gli occhi di tutti battaglie per le quali valesse la pena lottare. Lo sport, a questo cambiamento, non è rimasto indifferente, spostando slogan che hanno così intrecciato quelli che all’apparenza possono sembrare solo semplici giochi alla vita che in realtà nascondono. Il motorsport, in particolare, si è dunque mosso per queste nuove strade, provando ad uscire da quelle che per tempo sono state idee troppo radicate

Il mondo dei motori infatti è da sempre un luogo elitario, dove sopravvivono non solo i più forti, ma anche chi dispone di una buona valigia economica. Limiti che hanno tagliato fuori per anni persone meritevoli. Esiste poi un’altra divisione che negli ultimi tempi ha cominciato a muoversi in quella che oggi sembra essere una direzione corretta, o meglio normale. Una donna in un mondo motoristico è infatti un lusso che spesso viene messo da parte, poco considerata in quanto ritenuta, non sempre, all’altezza. In ogni categoria di questo mondo esiste infatti una netta disparità tra i due sessi; un limite nato più per una mentalità che oggi diremmo essere superata, ma che forse continua ad esistere anche se ben nascosta.

donne nel motorsport
Photo Credit: Red Bull Content Pool

Perché le donne nel motorsport sono mamme ingegneri e non solo ingegneri? Perché una donna è una moglie pilota e non solo una pilota? Etichette che nonostante la presenza del sesso femminile abbia iniziato a popolare maggiormente piste e paddock non riescono a non essere date. Un ulteriore peso che viene aggiunto sulle spalle di chi sa che, nonostante il talento, dovrà sempre dimostrare di essere all’altezza di un lavoro che le menti faticano ancora ad associare a una donna. La loro presenza in un mondo storicamente fatto da uomini come quello dei motori sembra, a volte, non riuscite a cambiare davvero un’idea che oggi il mondo tende a considerare distrutta, giunta al capolinea. Ma è davvero così?

Donne nel motorsport: se fossi stata un uomo…

Il mondo, sia nella vita privata che in quella lavorativa, mette spesso di fronte ad alcune sfide. Semplici o difficili che siano. Affrontarle nel modo corretto non sempre è però possibile, soprattutto quando la battaglia ha delle radici troppo profonde per poter essere semplicemente tolte. Negli anni alcuni occhi si sono davvero aperti su realtà e situazioni che ormai risultavano fuori luogo per il contesto attuale. Razzismo, bullismo e sessismo sono infatti siti alcune delle lotte che accomunano ogni ambito della vita quotidiana. In particolare la questione legata alla figura della donna è un argomento che spesso ha occupato le maggiori scene di cronaca. Nonostante il cambiamento imposto dall’evoluzione dei tempi, la figura femminile non sempre è accettata come semplice persona. 

donne nel motorsport
Photo Credit: Iron Dames Twitter

In un mondo come quello del motorsport, ad esempio, esiste ancora la fatica di dimostrare di essere nel posto giusto. Un ostacolo non sempre dettato dalla mancanza di talento, ma creato da un muro mentale che purtroppo non è facile abbattere. Una donna, che sia pilota, ingegnere, meccanico, hostess, giornalista o addetta stampa, viene infatti ancora troppo spesso presentata al mondo come mamma, moglie, fidanzata. Etichette vere ma che fanno parte della sfera privata, quella che dal lavoro dovrebbe essere separata. Etichette che, in ambiti anche diversi dal motorsport, hanno almeno una volta portato una donna ad un pensiero che spesso le accomuna.

donne nel motorsport
Photo Credit: Susie Wolff Twitter

“Se fossi stata un uomo sarebbe stato più semplice”. Una frase che in molti potrebbe pensare come superata, ma che in realtà racchiude tutto il peso di non essere considerate all’altezza. Una battaglia non semplice da affrontare e che passa prima di tutto da quell’immagine che ognuna vede nel proprio specchio. Un confronto che non sempre riesce, carico di quelle aspettative che spesso portano davvero a pensare di essere troppo poco in un mondo dove “essere una donna” è un aspetto da far notare. Tra una mamma ingegnere e solo un’ingegnere c’è infatti una piccola e semplice differenza racchiusa dentro una parola che rende diverso ciò che in realtà non lo è. Se fossi stata un uomo nessuno mi avrebbe definito come papà, marito, fidanzato; sarebbe stato diverso. Se fossi stata un uomo sarebbe stato più semplice.

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Chiara Zambelli

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