alboreto senna reutemann donne
Nadia Alboreto, Mariana Reutemann, Viviane Senna: tre donne accanto a tre piloti che raccontano quegli uomini sotto al casco.

Un pilota non è fatto solo di numeri, record, vittorie o sconfitte. Prima di tutto un pilota è infatti un essere umano e viverlo come tale non sempre è facile. Nadia Alboreto, Mariana Reutemann e Viviane Senna queso compito però lo hanno affrontato, vivendo quei piloti che agli di queste donne sono rimasti semplicemente uomini.

Alboreto, Reutemann, Senna: le donne che non vedono i piloti

Si dice che dietro ad un grande uomo ci sia sempre una grande donna. E il mondo delle corse non è poi così esente da questo detto, forse prima più di adesso. I grandi piloti vengono ricordati dai record battuti, dalle tante vittorie o dalle grandi sconfitte. Per ricordare quegli uomini che prima di ogni cosa sono uomini servono però occhi diversi. Gli occhi di chi queste figure le ha viste crescere e cambiare a livello professionale, mantenendo però una coerente umanità che i caschi troppe volte nascondono.

alboreto senna reutemann donne
Photo Credit: F1 X

Nel libro di Mario Donnini, “Formula 1 – Storie di piccoli e grandi eroi. Gli uomini del paddock (vol. 3)”, a parlare sono infatti tre ospiti d’eccezione. Tre donne diverse non solo per carattere e età, ma anche per vicinanza a tre grandi piloti. Nadia Alboreto è infatti la moglie di Michele Alboreto. Mariana Reutemann è la figlia del pilota argentino. Viviane Senna è la sorella dell’indimenticato Ayrton. Donne, come detto, diverse che hanno vissuto piloti e uomini differenti, trovando però in loro quella comune umanità che troppo poco viene raccontata.

La linea sottile tra uomo e pilota

“Dalla mia posizione posso dire una cosa molto bella: […] l’ascesa e la discesa di Michele Alboreto alle e dalle vette più importanti dell’automobilismo da corsa avviene ripercorrendo in gran parte lo stesso percorso e reincontrando gli stessi amici”. – Nadia Alboreto, da “F1 – Storie di piccoli e grandi eroi (vol. 3)” di Mario Donnini

È una Nadia Alboreto innamorata quella che racconta Michele Alboreto. Non il pilota con quel sogno rosso che ha poi realizzato. E nemmeno il pilota che ha vinto, perso, gioito e sofferto in pista, ma l’uomo. Un ragazzo innamorato di quel particolare mondo a quattro ruote ma capace di giocare, di far ridere. Un uomo che lei ha capito e per il quale ha scelto, senza che le fosse chiesto, di lasciare il suo lavoro per vivere con lui tutto quello che il destino era pronto a riserbare. Una scelta presa per amore di quell’uomo ancora vivido nella sua mente e che quasi mai è vestito da pilota.

alboreto senna reutemann donne
Photo Credit: Ferrari Site

Il romanticismo non è però solo quello che esiste tra una moglie e un marito. Mariana Reutemann, figlia di Carlos Reutemann, questo aspetto lo conosce bene. Suo padre nei suoi occhi è infatti un eroe romantico, rapito da quella che per lui è la vera F1; un sentimento che trasmette prima della paura di una morte spesso presente nel Circus, prima della gioia per una vittoria. Una persona che non ha dunque lasciato solo il suo essere pilota, ma soprattutto il suo essere semplicemente umano.

“Lui se ne stava un giorno con Gianni Agnelli, poi magari nella pausa invernale tornava in Argentina e lì godeva a parlare con i fattori, con i contadini e li trattava tutti come fossero Gianni Agnelli, perché per lui tutti gli uomini erano uguali e degni di immenso rispetto. In questo sta la grandezza di Carlos Reutemann”. – Mariana Reutemann, da “F1 – Storie di piccoli e grandi eroi (vol. 3)” di Mario Donnini

Alboreto, Reutemann, Senna: “le donne” dei piloti

Uno dei grandi miti che il mondo della F1, e del motorsport in generale, non ha dimenticato e non dimenticherà è sicuramente quello di Ayrton Senna. Il tre volte campione del mondo brasiliano è ormai infatti diventato un simbolo. Per un’intera categoria motoristica certo, ma anche per un intero popolo. “I poster degli altri piloti sono solo foto appese al muro, quello di Ayrton no, è magicamente di più”. Una frase potente quella pronunciata da Viviane Senna, sorella dell’indimenticato pilota. Una donna che ha sempre visto oltre quel campione da tutti riconosciuto tramite l’iconico casco giallo. Viviane infatti Ayrton fatica a vederlo con quel ruolo per il quale è diventato noto al mondo.

“[…] Non lo vedo pilota. Mi viene in mente un bambino che fa «bruum bruum». […] Ricordo che ogni volta che nostra madre gli comprava delle scarpe, lui aveva un modo originale di provarle. Se le infilava, poi correva per fermarsi di colpo. Se si bloccava senza scivolare, se le faceva prendere, sennò diceva che frenavano male”. – Viviane Senna, da “F1 – Storie di piccoli e grandi eroi (vol. 3)” di Mario Donnini

Tre piloti, ognuno fatto di successi e sconfitte, gioie e paure, che negli occhi di chi li è stato accanto trovano però un punto in comune. Le imprese eroiche, le grandi sfide e le vittorie passano così in secondo piano. I numeri di ogni carriera sono quasi un contorno al piatto di umanità che, ancora oggi, in molti vedono in queste figure. Non sono solo i trionfi a fare grandi questi nomi, ma quello che è stato il loro modo di essere, di vivere, di farsi vivere. Un fascino mai perduto che riesce ancora a brillare attraverso gli occhi e le parole di chi questi uomini li racconta in modo vero.

LEGGI: “GP Italia: il programma del weekend”

LEGGI: “Correre per un respiro: il libro di Rachele Somaschini”

SEGUICI SU:

📱 Facebook, la nostra pagina ufficiale.
📸 Instagram, foto a sfondo motoristico e non solo!
🎙 Spotify, per ascoltare il meglio dei podcast in cuffia.
📹 YouTube, per gustarti tutti i nostri video.
👔 LinkedIn, rimani aggiornato sulle nostre offerte e contenuti.
🖥 Google News, per rimanere aggiornato sulle news direttamente dal tuo discovery.

Chiara Zambe

About Post Author