Al terzo anno di monoposto ad effetto suolo la Mercedes non sembra aver ancora trovato la giusta strada, con la W15 che dovrebbe i suoi problemi anche ad una mancanza di correlazione tra i dati del simulatore e quelli della pista. In particolare a Brackley stanno analizzando meglio la sospensione posteriore che sulla Mercedes non sembra funzionare a dovere.
Mercedes W15: tra simulatore e pista c’è un secondo di differenza
Le prime due gare del 2024 non hanno pienamente soddisfatto Mercedes, alle prese con una W15 i cui dati in pista non hanno trovato riscontro con quelli raccolti al simulatore. A Jeddah il team di Brackley si è infatti posizionato quarto, alle spalle non solo di Red Bull e Ferrari ma anche di McLaren. Tale avvio in salita è dunque ben diverso dalle aspettative, soprattutto dopo un 2023 chiuso al secondo posto nella classifica Costruttori. Qualcosa infatti non sembra aver funzionato nel modo corretto. La terza Mercedes ad effetto suolo, nonostante il cambio di filosofia, non è ancora in grado di tornare ad essere vincente.
In Bahrain la scuderia guidata da Toto Wolff ha dovuto fare i conti con alcuni problemi di surriscaldamento. A Jeddah questi non si sono verificati, ma le prestazioni delle W15 hanno deluso; Hamilton inoltre ha faticato per tutto il weekend, soprattutto nel trovare il giusto assetto. In Australia, come detto sia da Shovlin che successivamente da Wolff, le W15 saranno così sottoposte ad alcuni esperimenti nel corso delle prove libere. Nel frattempo però a Brackley si è notata una situazione che potrebbe essere allarmante. I dati raccolti in pista infatti non coincidono con quanto si era visto al simulatore, come riportato da FormulaPassion.it.
La differenza sarebbe sostanziale, attorno al secondo; un’eternità quando si tratta di vetture di F1. In fase di test la W15 aveva fatto ben sperare, aspettativa che dopo le prime due gare ha dovuto essere ridimensionata. In Mercedes infatti non sembra esserci ancora una spiegazione per questa disparità tra la vettura reale e quella provata al simulatore. I dubbi che affiorano diventano così molti, tra cui quello di non aver ben compreso l’effetto suolo, come detto da Gary Anderson di recente. Ciò che appare è dunque una Mercedes ancora in difficoltà e senza una giusta direzione da seguire. Uno scenario che, come ipotizzato da alcuni, avrebbe dato a Hamilton la spinta in più per lasciare in anticipo il team.
Sempre come scritto da FormulaPassion.it, a Brackley il lavoro non risulta comunque arenato. James Allison ed il suo staff continuano infatti a cercare una soluzione, oltre ad una spiegazione, per i limiti mostrati dalla W15. Il sospetto maggiore, al momento, sembra riguardare la sospensione posteriore. Guardando alle prestazioni della McLaren, che monta la stessa componente in quanto cliente, all’interno del team di Brackley è aleggiata l’idea di una sospensione colpevole dei problemi riscontrati. La MCL38 sembra infatti viaggiare meglio della W15. L’Australia (qui trovate il programma del weekend) farà dunque da banco di prova per la Mercedes, ma un altro errore non sembra essere permesso quando si vuole tornare al vertice. Questo, se fosse tale, costringerebbe infatti Mercedes a ricominciare ed inseguire. Ancora una volta.
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