gp las vegas f1
Le critiche non sono mancate sul GP di Las Vegas, ma alla fine a sbancare è stata proprio la F1 grazie ad una gara ricca di battaglie.

Non sono certo mancate le critiche, piovute sul GP di Las Vegas ancor prima dell’avvio dell’intero evento. Un ritorno che ha sollevato dubbi e malcontenti, quasi confermati con quel tombino saltato all’inizio della prima sessione di libere. La ruota della fortuna a Las Vegas è però legge e questa non ha tradito la sua città, girando dalla parte giusta. A sbancare alla fine è stato il Circus, riuscendo anche a far cambiare idea al più critico di tutti.

GP Las Vegas: a sbancare alla fine è il Circus

Ha dovuto fare i conti con molte critiche. Da quella relativa all’eccesso dei costi che avrebbe comportato la sua organizzazione fino a quella della sua stessa ubicazione nella città nota per i casinò, le roulette e le fiches. Il Gran Premio di Las Vegas era partito con numerosi pollici versi. Non ultimo, evidenziato anche da alcuni addetti ai lavori, il fatto di essere un autodromo piazzato nel bel mezzo della città. Un particolare che, è stato anche detto, “toglie un po’ di poesia alla Formula 1”.  Chissà se ora quegli stessi censori preventivi avranno avuto modo di ricredersi. Lui, il Gran Premio, motivi gliene ha forniti parecchi e tutti non scevri da fondatezza.

Dall’entusiasmante battaglia per la prima piazza tra Max Verstappen e Charles Leclerc, pur con il contorno un po’ amarognolo di quanto fatto nelle prime battute dall’olandese al monegasco, al sorpasso del ferrarista sulla Red Bull di Sergio Perez nei metri conclusivi della gara. Evidenze che portano a pensare come la scelta compiuta di riportare la Formula 1 a Las Vegas dopo 41 anni in cui non ci aveva più messo piede non sia stata affatto azzardata. Una metamorfosi significativa del Las Vegas pensiero è proprio quella pervenuta dal suo vincitore Verstappen, asso pigliatutto. Che, a tirare il fiato dopo un mondiale vinto con la stessa facilità con cui si sorseggia un bicchier d’acqua, non ci ha pensato proprio. Né, vi è motivo di credere, ci penserà nell’ultimo atto del calendario 2023 ad Abu Dhabi.

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Photo Credit: F1 X

“È stata una corsa divertente e piacevole” è stato il suo mantra post gara condito dall’intonazione del brano di Elvis Presley “Viva Las Vegas”. Parole di segno del tutto opposto rispetto a quelle che si era fatto scivolare dalle labbra nei giorni precedenti. L’olandese esprimeva infatti il concetto per cui correre in un circuito come questo equivalesse a una sorta di male necessario del quale avrebbe anche fatto a meno. Ma cambiare idea appartiene al novero del lecito. In qualche caso, del necessario. Il fatto che poi ci abbia anche infilato il diciottesimo trionfo stagionale può avere influito sulla modifica del suo giudizio. Ma è da pensare in minima parte. Già quando si era messo a correre nelle battute iniziali, nel suo abitacolo aveva dato ospitalità all’idea che correre tra i grattacieli e i casinò non fosse poi così male. Provare per credere. Lui ha provato. E ha creduto. 

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Cristiano Comelli

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