lella lombardi
In un mondo di pregiudizi, come quello della F1, c'è stata una pilota in grado di andare più veloce di loro e di batterli: Lella Lombardi.

Una donna nel mondo del motorsport è quasi sempre una figura a cui si fa attenzione, non tanto per il talento o per i traguardi raggiunti, quanto più per il suo sembrare come fuori luogo. Ad oggi infatti una donna pilota è ancora una battaglia che non è stata completamente vinta. Una corsa contro il pregiudizio di cui Lella Lombardi è stata la prima vera trionfatrice.

Lella Lombardi: chi era la pilota italiana?

Maria Grazia Lombardi, da tutti conosciuta e chiamata “Lella”, è stata una pilota automobilistica italiana. Da sempre attratta dalla velocità, Lella fin da piccola ha mostrato un carattere forte. Lo stesso che più avanti l’avrebbe portata a compiere una di quelle imprese dette impossibili. Nata nel 1941 nel piccolo paese di Frugarolo, il debutto nel mondo delle corse avvenne, come spesso accade, sui kart, passando poi alla Formula Monza su un’auto da corsa che acquistò a rate. Le formule minori occuparono gran parte della carriera della Lombardi e da esse fu ben chiaro che il talento non mancava.

Seconda in Formula 3 nel 1968; prima in Formula 850 nel 1970 e ancora prima l’anno successivo in Formula Ford Mexico. Risultati che col passare del tempo portarono gli occhi più importanti del mondo del motorsport a posarsi su di lei, ossia quelli della F1. Il debutto ufficiale avvenne nel GP di Gran Bretagna del 1974, sul circuito di Brands Hatch. Il 29° tempo non le bastò per partecipare alla gara, ma qualcosa era finalmente cambiato. Nel 1975 Lella Lombardi fu infatti ingaggiata dalla March e all’esordio riuscì a qualificarsi per il GP del Sudafrica, una cosa che non avveniva dai tempi di Maria Teresa de FIlippis alla fine degli anni ’50.

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Photo Credit: W Series Twitter

La storia però era pronta a vedere il nome di Lella Lombardi inciso per sempre tra le pagine dei suoi tanti libri. Nel GP di Spagna, ai tempi sul tracciato del Montjuic, la Lombardi si qualificò con il 26° tempo. Dopo alcune proteste da parte dei piloti, di ritiri e del suo ottimo stile di guida, Lella si ritrovò sesta quando la gara venne interrotta a causa di un incidente che purtroppo coinvolse anche il pubblico. Quella sesta posizione voleva però dire un punto, o meglio mezzo vista la scelta di dimezzarli dato che la gara non si era svolta per la sua interezza. Per la prima volta nella storia della F1 una donna aveva dunque raggiunto tale obiettivo; un’impresa così impossibile che ancora oggi rende Lella Lombardi l’unica ad aver conquistato tale traguardo.

Più veloce del pregiudizio

“Preferisco avere un incidente che innamorarmi. Ecco quanto amo le corse”. Lella Lombardi era una donna che amava le corse; amava la velocità, amava il suo lavoro, amava il suo essere pilota. La storia del motorsport insegna che il pregiudizio, soprattutto per determinati ruoli, è ancora oggi una battaglia contro cui è difficile vincere. Una lotta di cui Lella Lombardi si è resa pioniera dimostrando ad un mondo prettamente maschile quanto la mentalità a volte possa commettere dei gravi errori. Il ruolo del pilota, in particolare in F1, è sempre stato un tasto molto delicato. Una donna infatti non la si vede da tempo schierata in griglia con quelli che sono considerati i migliori 20 al mondo.

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Photo Credit: W Series Twitter

Lo sport negli anni è cambiato, si è evoluto, rendendo però forse sempre più complicata la partecipazione di una donna in F1. La mancanza di talento non è infatti la causa di questa condizione; ciò che manca è forse il coraggio di vedere che una donna possa competere allo stesso livello di un uomo. Una paura che spesso sembra essere mascherata da motivazioni come quella di avere una fisicità poco adatta a vetture come le attuali F1, senza provare ad affrontare la faticosa strada del compromesso. Cosa rende un pilota diverso da una pilota quando il casco è indossato e la visiera è abbassata? Forse la paura o forse il pregiudizio nel pensare ancora che una donna e una macchina da corsa hanno poco a che fare l’una con l’altra.

Eppure in quel 1975 una piccola speranza si è accesa. La dimostrazione che forse nel mondo delle corse non ci sono piloti uomini forti e piloti donne deboli. Ci sono piloti. Lella Lombardi con quel mezzo punto iridato conquistato non ha infatti scritto solo una pagina indimenticabile di storia. Lella Lombardi ha corso, come solo lei sapeva fare, più veloce di quel pregiudizio che probabilmente l’ha sempre accompagnata, in attesa di un errore, in attesa di un’esitazione mai davvero arrivata. Un pregiudizio che altro non è che il timore di doversi giustificare nel caso in cui si venga battuti da una donna; una paura che ancora oggi attraversa gli occhi di una F1 che si manifesta moderna ma che in realtà resta ancora troppo chiusa.

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Photo Credit: F1 Twitter

“Ho sempre lottato con gli uomini e non mi sono mai posta il problema uomo-donna, ma solo l’antagonismo tra piloti diversi. Lo ripeto, sotto il casco, donna e uomini siamo tutti uguali”. – Lella Lombardi

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Chiara Zambelli

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