Dopo aver toccato la cifra record di 24 gare, il CEO Stefano Domenicali assicura che il numero di GP non andrà ad aumentare.

Sono tempi d’oro quelli che la F1 sta attraversando, sia in termini di introiti che di popolarità. Un successo crescente che è andato di pari passo all’incremento del numero dei GP, fino a toccare la cifra record, nel calendario corrente, di 24 appuntamenti. Anche per il futuro prossimo, 24 è la cifra indicata come limite ideale dal CEO Stefano Domenicali, dal momento che la saturazione del calendario porta inevitabilmente con sé una serie di criticità che non possono essere ignorate.

Domenicali torna a ragionare e indica il 24 come numero massimo ideale di GP

Che Liberty Media piaccia o no, non si può negare che i numeri le abbiano dato finora ragione, considerata la crescita esponenziale che la categoria ha vissuto negli ultimi anni. Una grande popolarità che, purtroppo o per fortuna, ha ingrossato le fila del pubblico generalista e indotto un enorme appeal, al punto da aumentare il numero di richieste, da parte di svariati Paesi, per un posto in calendario.

Con queste premesse, in tempi non sospetti, Stefano Domenicali si era lasciato andare a cifre folli, pronosticando un papabile aumento fino a 32 gare l’anno. Recentemente intervistato da Canal Plus, il Presidente e CEO della F1 ha corretto il tiro, indicando 24 come numero ideale: “Pensate che in certi anni abbiamo avuto problemi a fare diciassette gran premi e oggi ne facciamo 24, penso che 24 sia il numero giusto, rispetto all’interesse che la Formula 1 ha a livello globale. Tecnicamente potremmo farne 25, ma credo che 24 sia il numero giusto“.

Domenicali numero GP
Photo Credit: Red Bull Content Pool

Del resto, l’attuale Patto della Concordia non permetterebbe comunque di sfociare il limite delle 25 gare. L’aumento delle richieste, inoltre, ha reso necessaria l’ipotesi di una rotazione, con alcuni eventi che potrebbero essere disputati ad anni alterni a partire dal 2026. Ed è probabile che ad esserne oggetto saranno, nostro malgrado, gare europee e circuiti storici, dato il forte interesse per la categoria di espandersi ulteriormente oltreoceano, nonché in Asia e Medio Oriente, con ovvi vantaggi economici.

Mai così tanti GP: le criticità di un calendario zeppo di appuntamenti

Ciò nonostante, il problema resta: 24 gare non sono affatto poche. Ed in effetti, le criticità connesse ad un calendario così denso sono svariate. Tra queste, le conseguenze ambientali. E a pensarci fa anche un po’ sorridere, dato che la stessa F1 che si cruccia per l’impatto inquinante delle termocoperte, non si cura poi di quello dei continui viaggi intercontinentali o della costruzione dei nuovi impianti.

Ma tralasciando quest’aspetto, ciò che maggiormente preoccupa è quanto un calendario così ricco sia sostenibile per i team e coloro che in F1 ci lavorano. Viaggi lunghi e costanti, lavoro intenso sia in pista che in fabbrica, accompagnati da svariati back-to-back e weekend Sprint, non sono affatto facili da gestire, con meccanici e ingegneri che di fatto restano attivi anche durante la cosiddetta pausa invernale. Senza contare poi che molti degli addetti ai lavori arrivano tre giorni prima dell’evento e vanno via due giorni dopo.

Domenicali numero GP
Photo Credit: Red Bull Content Pool

Più di metà dell’anno viene così trascorsa in giro per il mondo, al punto da far pensare alla possibilità di una rotazione del personale, imponendo un numero massimo di GP in presenza. Operazione che, in termini di costi, risulta piuttosto complessa in regime di Cap, dal momento che raddoppiare il personale per alternarlo nelle gare non è economicamente possibile.

E se il focus è l’intrattenimento, anche qui si corre un rischio. Perché se è vero che il pubblico è crescente, è vero anche che questo stesso pubblico si annoia facilmente. Un calendario così saturo può diventare controproducente, soprattutto nelle non tanto inusuali epoche di dominio: il GP perde la sua unicità, e non si ha modo di fermarsi a riflettere su quanto è accaduto che si è subito travolti dall’evento seguente, con un numero esponenziale di gare che hanno tutte lo stesso sapore. Ciò che conta realmente per gli appassionati, siano essi di nuova o vecchia data, è la competizione. E moltiplicare il pane e i pesci non è certo la soluzione.

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Miriana Straccia

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