scandali storia f1
La Spy Story nel 2007, il Crashgate e il caso della Racing Point. I grandi scandali della storia della F1, passata dalla pista al tribunale.

La fuga di informazioni e la Spy Story nel 2007, il Gran Premio “truccato” di Singapore 2008 e la vettura “copia” della Racing Point nel 2020. Questi sono solo alcuni esempi di scandali di cui la F1 è stata teatro nella sua lunga storia. Questi eventi hanno macchiato l’immagine della F1 distogliendo l’attenzione da quella che poteva essere l’emozione del weekend di gara e trasferendo la scena dalla pista al tribunale.

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Gli scandali nella storia della F1: Ferrari vs McLaren, la Spy Story del 2007

Siamo nel 2007, anno dell’ultima vittoria mondiale della Ferrari che a fine stagione trionfò con Kimi Raikkonen. Il percorso che portò Iceman alla vittoria però non fu privo di ostacoli. Il protagonista di questa storia è Nigel Stepney, coordinatore della squadra dei meccanici del cavallino rampante. Stepney, nonostante fosse una figura di spicco nel mondo Ferrari, fu relegato al ruolo di coordinatore delle attività in fabbrica; cosa che gli impedì di girare il mondo e seguire la rossa nei vari GP. Così Stepney, amareggiato, iniziò a confidarsi con il suo amico Mike Coughlan, progettista della McLaren.

Ci fu così una fuga di informazioni private della Ferrari da parte di Stepney che aveva iniziato a giocare contro la sua stessa scuderia e a favore della McLaren. Mentre la Ferrari era alla ricerca di questa “talpa” all’interno del team, Stepney decise di compiere un’azione estrema. Prima del GP di Monaco decise di usare un fertilizzante a base di fosfato e di versarlo nei serbatoi del carburante di Raikkonen e Massa per boicottare la Ferrari e far squalificare i due piloti. I meccanici decisero però di fare un ultimo controllo trovando così le tracce del fertilizzante. Dopo un’investigazione interna, la Ferrari trovò il fertilizzante nell’armadietto di Stepney e perquisendo il suo computer anche tutte le mail scambiate con Coughlan. La McLaren finì così sotto inchiesta; ma nonostante tutte le prove raccolte Stepney si diceva estraneo alla vicenda.

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Spy Story 2007: McLaren colpevole

Il 27 Luglio ci fu l’udienza dove la McLaren risultò colpevole di avere in possesso materiale sensibile; allo stesso tempo però non fu sanzionata. La Ferrari per regolamento non potè fare appello. Il colpo di scena avvenne nelle qualifiche in Ungheria. I rapporti tra Alonso e Hamilton, entrambi in McLaren, erano ai minimi storici. Fernando prima di compiere il suo giro di qualifica decise di rimanere fermo alla piazzola dei box per una decina di secondi, bloccando dietro di lui Hamilton, non permettendogli quindi di concludere il suo giro.

Alonso dichiarò di avere in possesso informazioni che avrebbero potuto distruggere la reputazione della McLaren minacciando di renderle pubbliche. La FIA così decise di investigare e trovò altre prove che incriminavano  Stepney e Coughlan e altri componenti del team di Woking. La scuderia fu dunque condannata ad una multa di 100 milioni di dollari e alla decurtazione di tutti i punti ottenuti fino ad all’ora nel campionato costruttori. La storia di questo scandalo si concluse poi con la radiazione di Stepney e Coughlan dal mondo della F1.

Crashgate 2008: la storia della gara truccata

Dopo la burrascosa stagione 2007 a fianco di Lewis Hamilton, Fernando Alonso decise di tornare in Renault e guidare come compagno di squadra di Nelson Piquet Jr, figlio del tre volte campione del mondo. L’inizio di stagione per il figlio d’arte non fu dei migliori; se Alonso riusciva a terminare costantemente a punti, Piquet nelle prime nove gare ne raccolse solo 2. Unico lampo nella stagione del brasiliano fu un fortunato secondo posto nel GP di Germania. Si arrivò così a Singapore, una gara storica, la numero 800 nella storia della F1, nonché prima volta in cui si gareggiava in notturna. In quel momento la Renault è quinta in classifica costruttori e i rapporti tra Piquet e Briatore non sono dei migliori.

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Nelle prove libere la macchina sembra essere competitiva; infatti Alonso riuscì a segnare il miglior tempo in FP1 e FP2. La qualifica poi fu disastrosa, Piquet non riuscì a superare il taglio del Q1 e Alonso si qualificò 15esimo. La domenica, già nel giro di formazione, qualcosa non andava. Piquet fece un testacoda e senza gravi conseguenze riuscì a riprendersi la posizione e iniziare la gara. Al giro 12, Alonso e la Renault decisero di optare per una strategia davvero strana richiamando il pilota spagnolo subito ai box.

Due giri più tardi Piquet perse la macchina alla stessa curva dove si era girato nel giro di formazione, questa volta urtando il muro e causando una Safety Car. In quell’anno però c’era un regolamento molto strano che consisteva nel vietare il pit stop sotto regime di Safety Car. Finito quest’ultimo tutti i piloti rientrarono ai box creando un caos generale nella pit lane. L’unico che non si fermò fu proprio Alonso che aveva effettuato la sosta due giri prima, diventando quindi leader della gara e vincendola infine.

Gli scandali nella storia della F1: Crashgate, la “vendetta” di Piquet

Dopo qualche “mugugno” a fine gara la faccenda sembrò finire nel dimenticatoio. I primi sospetti però arrivarono alla fine della stagione 2008 quando nonostante gli scarsissimi risultati fu confermato Piquet per la stagione successiva. Nella nuova stagione, dopo dieci gare senza ottenere nemmeno un punto, Piquet fu appiedato. Il colpo di scena però arrivò quando la FIA dichiarò di star investigando su Singapore 2008 dopo alcune confessioni da parte dello stesso Piquet.

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La Renault decise di accusare Piquet di diffamazione affermando che il pilota brasiliano li volesse ricattare per riottenere il posto in squadra. Qualche tempo dopo però la Renault con un comunicato decise di allontanare dalla squadra sia Briatore che Symonds; un’ammissione di colpa per evitare l’esclusione dal mondiale. Solo dopo un po’ di tempo Symonds ammise che la gara era stata truccata e che l’incidente fu premeditato, tutto all’oscuro di Alonso. La sentenza finale fu l’esclusione della Renault per 2 anni, Symonds fu squalificato per 5 anni, mentre Briatore venne squalificato perennemente da qualunque evento FIA.

Gli scandali della storia della F1: il caso Racing Point

Questo è forse uno degli episodi più recenti nella storia della F1. Siamo nel 2020 e si stanno svolgendo i test pre-stagionali. L’anno precedente fu dominato dalla Mercedes e tutte le scuderie si sono messe a lavoro per diminuire questo enorme gap. Gli sguardi però sono puntati sulle Racing Point che durante i test appaiono molto competitive grazie all’inserimento di importanti novità. Si nota però un’incredibile somiglianza tra la Racing Point e la W10, vettura Mercedes dell’anno precedente. Una somiglianza così evidente che portò alla Racing Point il soprannome di “Pink Mercedes”.

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Alcune scuderie tra cui McLaren, Renault e Ferrari presentarono quindi un ricorso, sottolineando un’incredibile somiglianza soprattutto per quanto riguardava le prese d’aria delle pinze dei freni. Questo elemento è coperto dagli pneumatici, dunque le tre scuderie fecero leva su questo fatto per mettere in luce un evidente scambio di informazioni tra Racing Point e Mercedes. La Racing Point fu così condannata ad una multa di 400 mila euro e la sottrazione di 15 punti dalla classificata costruttori; le fu però concesso di utilizzare i componenti incriminati fino alla fine della stagione. Nonostante la Racing Point e le altre scuderie abbiano presentato un ricorso, la vicenda si concluse in modo “pacifico” senza ulteriori penalità.

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Giuseppe Della Spina

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