La speranza è sempre l’ultima a morire, penseranno i ferraristi, e certo ciò che separa il 2007 dal 2021 non è il periodo di magra più lungo. Tra il mondiale vinto da Scheckter nel 1979 e quello di Schumacher nel 2000 di anni infatti ce ne furono 21. Ciò che conta è che in quell’ormai lontano 2007, tra una Spy Story e un po’ di fortuna ai tempi di una F1 che i conti forse li faceva più in pista che in tasca, a spuntarla fu Kimi Raikkonen, di fatto attualmente l’ultimo campione del mondo che vanta la Ferrari.
Kimi Raikkonen: l’ultimo campione del mondo Ferrari targato 2007
Il 2007 è un anno che oggi ha un sapore dolceamaro nelle bocche degli uomini in rosso. Dolce per l’epilogo di quel campionato; amaro perché dopo 14 anni rimane ancora l’ultimo lieto fine per i titoli in Ferrari. Un anno particolare quello in cui Raikkonen arrivò e vinse; una stagione segnata soprattutto dall’assurda Spy Story che di fatto diede un colpo letale alla McLaren.
Il peso che il finlandese, approdato in F1 nel 2001, si ritrovò sulle spalle non era certo una piuma. Il primo ritiro di Schumacher e i due anni conquistati da Alonso dopo l’epoca d’oro della Rossa aleggiavano sia nell’aria che negli occhi di team e tifosi. Cosa potrà mai fare l’uomo di ghiaccio con indosso quella tuta rossa simbolo di calore e passione?
Una magia alla Harry Potter, molto in voga in quegli anni, sarebbe stata il massimo. Eppure Raikkonen fece di più. Dell’esordio in Australia con quella vittoria a cui quasi non si credeva fino al 21 ottobre 2007, Kimi c’è sempre stato, con quella freddezza naturale che ha fatto di lui l’Iceman della F1. Uno ed un solo punto. Bastò questo a Raikkonen per mettere d’accordo i litiganti Hamilton e Alonso e tutti gli altri. Era il 21 ottobre del 2007. Kimi Raikkonen era campione del mondo con la Ferrari, l’ultimo cavaliere rosso che ancora oggi è riuscito ad arrivare là in alto.
Kimi Raikkonen: un titolo Mondiale lungo 14 anni
L’annuncio dato da Raikkonen sul suo imminente addio toglie sicuramente una parte preziosa al mondo della F1. Una notizia ormai attesa, a cui comunque non si vuole credere. Perché quando si mette in mezzo la storia di uno sport, simpatie ed antipatie si fanno da parte.
Raikkonen alla fine della stagione 2021 lascerà la F1; forse la lascerà a cuor leggero e forse anche un po’ con lo stesso peso che quel mondo gli ha dato al suo arrivo in Ferrari. L’ultimo campione del mondo per la Scuderia. La stessa a cui tutti ambiscono perché essere Ferrari è anche scrivere una parte di storia. Un titolo mondiale lungo 14 anni e che ancora brilla negli occhi di chi quella domenica in Brasile se la ricorda.
Quel ragazzo freddo, quasi glaciale e quel suo mezzo sorriso che forse poco avevano in comune con il calore della Rossa. Una Ferrari che però ha scelto Kimi e che lui ha ripagato con il miglior regalo che quella famiglia adottiva potesse mai ricevere. Un titolo voluto, sudato e strappato per il quale oggi si ricorda Kimi come l’ultimo a riuscire nell’impresa. Un titolo che però domani verrà ricordato come l’impresa di un Iceman di rosso vestito. Impresa che oggi Kimi può riguardare e caricarsi sulle spalle con la leggerezza per poter dire “sono e sarò Ferrari”.
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