Red Bull: incidente di Baku senza gravi conseguenze per la monoposto. Danni limitati e telaio quasi integro. In Francia debutta la nuova PU

La Red Bull di Max Verstappen è uscita quasi indenne dall’incidente di domenica scorsa al GP di Azerbaigian. Rispetto alla violenza dell’impatto e alla velocità, più di 300 km/h, con cui la monoposto era lanciata, la RB16B se l’è cavata con pochi danni sia all’anteriore che nel retrotreno. Sarebbe potuta andare molto peggio, considerando che l’Aston Martin di Lance Stroll, vittima dello stesso cedimento della gomma posteriore sinistra, è andata quasi distrutta.

Red Bull fortunata: monoposto quasi integra dopo Baku

A quasi una settimana dal crash che a Baku è costato la vittoria a Max Verstappen, la Red Bull ha analizzato i danni che la monoposto ha riportato in seguito all’incidente causato dalla foratura della gomma posteriore sinistra. La scuderia austriaca ha da recriminare senz’altro sui punti persi e sulla possibilità, sfumata, di allungare in classifica su Lewis Hamilton. Per il resto, l’impatto a muro a oltre 330 km/h avrebbe potuto avere conseguenze peggiori sulla monoposto. Che invece ha retto molto bene: la scocca è rimasta parzialmente integra, con il muso che ha assorbito l’urto con la parte deformabile.

LA RB16B non ha subito danni al telaio. In vista del GP di Francia, in programma il il 20 giugno, dovrebbe quindi essere sufficiente sostituire il muso e l’ala anteriore, mentre nel retrotreno l’unica parte danneggiata è stata la sospensione sinistra. Verrà sostituita la trasmissione, senza però incorrere in sanzioni in quanto il cambio è legato ad un ritiro. Al circuito Paul Ricard infine dovrebbe debuttare l’unità 2 della power unit Honda. La Red Bull può consolarsi, e per due buoni motivi: il ritiro di Verstappen poteva avere conseguenze molto peggiori se non fosse stato per il lungo di Hamilton che ha pareggiato i conti. E la macchina, che poteva fare la stessa fine dell’Aston Martin di Stroll, se l’è cavata con qualche graffio. Prodigi delle monoposto moderne, almeno di quelle targate Red Bull.

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Rosanna Greco

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