La F1 ha deciso di supportare il blackout dei social, una protesta contro l'abuso in rete attraverso questi mezzi.

La F1 si prepara al terzo GP del Mondiale 2021 che si correrà sulla pista di Portimao, entrato in calendario quasi in corsa dopo l’abbandono del GP del Vietnam. Nel fine settimana portoghese non sarà protagonista solo la lotta in pista, ma anche una battaglia sociale a cui tanti piloti hanno deciso di aderire; durante i giorni del GP del Portogallo di F1, andrà infatti in scena il blackout dei social media, una sorta di sciopero per protestare contro l’uso di questi mezzi a scopi razzisti e denigratori.

F1, GP Portogallo: blackout dei social contro abuso in rete e razzismo

I semafori sono ormai prossimi allo spegnimento che darà il via alla terza gara di F1, dopo Bahrain ed Emilia Romagna. Non saranno però le uniche luci a spegnersi nel weekend di Portimao; il mondo della F1 ha infatti deciso di abbracciare lo sciopero silenzioso contro l’abuso in rete e il razzismo. Seguendo così l’esempio della Premier League, il campionato di calcio inglese, anche diversi piloti del Circus hanno deciso di aderire al blackout dei social media, come segno di protesta per l’uso che spesso viene fatto di questi canali.

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Valtteri Bottas durante un’intervista – Photo Credit: Valtteri Bottas Official Twitter Account

Tra i piloti che attraverso i loro canali hanno già comunicato la loro adesione risultano Hamilton, Bottas, Leclerc, Russell, Ocon, Norris, Mazepin, Ricciardo e Latifi; ovviamente non sono da escludere altre adesioni. Anche la F1 ha espresso il suo più totale appoggio all’iniziativa, ricordando di essere sempre attiva in prima linea in tutto quello che riguarda questa particolare battaglia. Lo scorso anno infatti, il Circus è stato accompagnato dall’arcobaleno e dallo slogan #WeRaceAsOne.

La protesta potrebbe riguardare non solo lo stop delle pubblicazioni social, ma anche la scelta di non rilasciare dichiarazioni pubbliche. L’obiettivo è unico e ha lo scopo di mettere al centro l’uso dei social media al giorno d’oggi; questi canali infatti sono ormai usati troppo spesso per insulti di ogni genere, fine diverso da quello previsto dietro alle parole “social network”.

Chiara Zambelli

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