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Continua a vacillare la posizione di Christian Horner in Red Bull: dalla testata britannica The Times arrivano attacchi frontali pesanti.

In Formula 1 non si parla d’altro. No, non mi riferisco al “colpo del secolo” che riguarda la nuova coppia Hamilton-Leclerc. L’ultimo, in ordine cronologico, pesante e rumoroso scossone che ha coinvolto la Red Bull potrebbe davvero rimescolare le carte in tavola. La vicenda che vede coinvolto il Team Principal della Red Bull viene sempre più arricchita di particolari. La testata britannica The Times accusa Horner, addirittura, di aver “macchiato l’immagine della Formula 1”.

L’accusa di Syed, giornalista del The Times su Horner e la sua posizione in Red Bull

Le accuse rivolte al Team Principal della Red Bull, Christian Horner, da parte di una dipendente che riguardano “comportamenti inappropriati” nei suoi confronti saranno presto discusse in alcuni incontri programmati a Londra. È, ormai, l’argomento di punta a poche settimane dall’inizio del mondiale e dalla presentazione della nuova monoposto. Eppure, per quanto si cerchi di mediare alla cosa, ogni giorno arrivano sempre più particolari ad infittire il “mistero“. Oltre alla notizia dalla Germania che dietro a tutto questo potrebbe esserci Jos Verstappen, dalla Gran Bretagna invece arrivano accuse ben più pesanti.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

È il caso della testata britannica The Times, più nello specifico le accuse nei confronti di Horner arrivano dalla penna di Matthew Syed. Il giornalista accusa il manager di Leamington Spa di aver “macchiato l’immagine della Formula 1”. Come? Con i suoi comportamenti, volti a passare dall’essere colpevole a vittima. Una sorta di questione psicologica. Com’è già accaduto con il Budget Cap Gate, per intenderci.

“Horner ha descritto la punizione come draconiana, enorme, e ha detto che costerà al team da un quarto a mezzo secondo di tempo sul giro. Gran parte di ciò, permettetemi di suggerire, era un’assurdità interessata. Zak Brown, amministratore delegato di McLaren, ha più volte detto che le regole esistono per una ragione e che se la maggior parte delle squadre le rispetta, mentre una no, quella squadra ottiene un vantaggio sleale” – ha detto Syed.

In gioco la carta psicologica e i drammi familiari

Ed è qui, secondo il giornalista britannico, ad entrare in gioco la carta psicologica. Le famose accuse, dice Syed citando il Team Principal, stavano influenzando la salute mentale del team causando anche problemi familiari.

Questo stratagemma era, permettetemi di suggerire, oltraggioso. Dopotutto, se ci sono problemi di salute mentale nel team, è responsabilità di coloro che hanno violato le regole, non delle persone che li hanno criticati per averlo fatto. È quasi come se un criminale intentasse una causa contro il giudice per il trauma associato alla sua condanna” – ha commentato ancora Syed.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

Una presa di posizione forte e diretta quella da parte di Matthew Syed che, nel difendere invece la salute mentale “delle persone nei team rivali che avevano lavorato instancabilmente nel rispetto delle regole”, ha infine giudicato il comportamento di Horner a volte come “riprovevole”.

“Ha giocato a fare la vittima, ma è stato l’aggressore, e ha perfezionato l’arte di fare entrambe le cose contemporaneamente. E questo tipo di comportamento dovrebbe essere denunciato indipendentemente dal giorno, dalla settimana, dal mese o dall’anno” – ha poi concluso il giornalista.

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Martina Milia

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