Le opzioni della Ferrari per l’assunzione di personale straniero dovranno essere valutate più attentamente in seguito alla mancata proroga del Decreto Crescita. Ora infatti diventerà meno vantaggioso a livello fiscale mettere sotto contratto persone in arrivo da altri paesi. Persino il ricco team di Maranello dovrà tenere conto di questo mutato scenario.
Ferrari e Decreto Crescita, mondo dello sport “fregato”
Il tanto chiacchierato Decreto Crescita, voluto dal primo governo Conte nel 2019, alla fine non è stato rinnovato dall’attuale ministro dell’economia Giorgetti. Questo nonostante diverse pressioni in arrivo soprattutto dal mondo del calcio. Per farla breve il decreto prevedeva sgravi fiscali sullo stipendio di un dipendente straniero messo sotto contratto e, nel caso delle società calcistiche, si parla di calciatori con contratti multimilionari. In pratica gli importi superiori al milione di euro godevano di una tassazione nulla sul 70 od il 90% della base imponibile del reddito, a seconda che la società fosse nel nord o nel sud Italia. Tuttavia tale regime si applicava anche ad altre realtà sportive, come la Scuderia Ferrari ad esempio.
Ovviamente il Cavallino non ha a che fare con calciatori, ma con piloti, ingegneri e dirigenti. Ecco quindi che fino al 31 dicembre scorso la casa di Maranello avrebbe potuto giovare di una situazione favorevole per l’assunzione di manodopera straniera. Purtroppo dal 1 gennaio tale decreto legge non è più in vigore e, giocoforza, si dovrà puntare su profili italiani. Certamente un team come la Ferrari può comunque ingaggiare personale proveniente dall’estero, ma oltre al fattore economico vi sono altri problemi da considerare per chi viene a lavorare in Italia.
A tal proposito vi erano già state delle dichiarazioni – rilasciate a Sky Sports F1 – del Team Principal della compagine modenese, Frederic Vasseur: “Puoi passare dalla Red Bull alla Mercedes, mantenere gli stessi orari, tenere i bambini nella stessa scuola e dal venerdì al lunedì puoi cambiare aria e tutto è perfetto. Se vuoi venire in Italia, l’approccio è diverso. Devi cambiare gli equilibri familiari ad esempio. Ma appena arrivi in Italia penso che sia più difficile andarsene: il cibo è molto migliore e la qualità della vita è altissima. A volte puoi avere delle discussioni perché (chi arriva dall’estero, ndr) deve far spostare anche la famiglia, però appena riusciamo ad attirare qualcuno (tutto si risolve, ndr). Ho vissuto la stessa situazione in Sauber: è stato difficile chiedere alla mia famiglia di venire, ma appena sono arrivati in Svizzera sono rimasti in Svizzera”.
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Giacomo Lago