f1 spettacolo
Il GP del Qatar ha rappresentato una brutta pagina di F1, sport che ad oggi sembra preferire uno spettacolo diverso da quello messo in pista.

Quanto vissuto nel weekend sul tracciato di Lusail ha lasciato molte domande senza una risposta vera e propria. Riflessioni che in molti hanno affrontato, FIA compresa, ma che in un mondo come la F1 attuale sembrano poter trovare poco spazio. Lo spettacolo della F1 sembra infatti venire a mancare. Dopo il GP del Qatar è sempre più un “We Race as One” che si trasforma fortemente in un “We Race as Money”.

F1 e spettacolo: troppe incongruenze in quello che dovrebbe essere puro sport

A poco più di una settimana dalla fine dell’infinito ed estenuante GP del Qatar, le immagini a fine gara sono ancora nitide e “forti” negli occhi degli appassionati, ma soprattutto sulle labbra dei molti che han criticato tutto il controverso weekend. Le parole nate ai cambiamenti subentrati, alle logiche sul cambio gomme, al taccuino degli appunti con i giri e le mescole ancora a disposizione, alla noia di un GP “piatto”, d’un tratto fanno largo (e si tacciono) alle numerose immagini dei piloti stremati e portati letteralmente al limite. 

gp qatar caldo
Photo Credit: Esteban Ocon X

Un’ennesima brutta pagina di sport che la F1 poteva prevedere e, dunque, evitare. Perché non si richiedono certo competenze particolari per capire che un GP in Qatar ad ottobre (con le alte temperature) può solo che scatenare certe conseguenze. E c’è stato persino chi ha criticato il grande coraggio di Logan Sargeant di ritirarsi perché si sentiva soffocato. E quindi “purché se ne parli”, anche in un weekend dove invece di un Verstappen tre volte campione del mondo o della prima vittoria di un super Piastri nel suo anno da rookie, seppur in una Sprint, si parla di ciò che è accaduto a fine gara.

Dunque, va bene così, perché l’obiettivo è stato comunque centrato: scatenare le polemiche con conseguente diffusione della notizia e del mondiale. Le rassicurazioni su ciò che è accaduto si annullano in un battito di ciglia ripensando alla notizia del contratto pluriennale del tracciato di Lusail. Ma, ovviamente, non c’erano dubbi. Si fa fatica, inoltre, a “gioire” persino del prossimo arrivo delle auto ad emissioni 0, dal momento in cui nel calendario continueranno a presenziare Paesi in cui le leggi discriminatorie limitano in modo significativo le libertà civili di quelle che ancora sono considerate minoranze non degne. 

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Photo Credit: Aston Martin X

Ci ha provato per anni Sebastian Vettel, più di un quattro volte campione del mondo. Persona di una sensibilità unica e coraggiosa. Il tedesco, supportato maggiormente dall’amico fraterno Lewis Hamilton, ha più volte “usato” il suo sport per mandare messaggi al e sul mondo. Come dimenticare, inoltre, il motto “Black Lives Matter” e i piloti inginocchiati durante gli inni nazionali, anche e soprattutto in Paesi in cui tutt’ora persistono tali discriminazioni. Per non parlare della presenza di Aramco tra i top sponsor non solo della F1 ma persino di uno dei team in gara. 

Tante domande e poche risposte 

Le domande sorgono dunque spontanee: perché si predica bene e si razzola male? Perché questa continua ossessione di voler per forza creare uno spettacolo finto? Come si commenta a livello tecnico un GP del Qatar? O ancora, perché la Ferrari di Leclerc è stata sorpassata più volte dalla McLaren di Lando Norris? Supremazia, certo, ma non si può omettere che il monegasco stesse letteralmente facendo fatica per il troppo caldo. Per non dimenticare le brutte immagini di Norris e Russell che abbandonano lo sterzo sul rettilineo per rifugiarsi con le mani all’aria affinché potesse dare loro un momento di freschezza e sollievo. 

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Photo Credit: Williams X

Che il Circus fosse alimentato dai soldi è un fatto datato e ormai risaputo. Soprattutto visti i prezzi dei biglietti volati alle stelle anche solo per le giornate del venerdì dedicate a “semplici” prove libere. Come si ripagano i milioni di tifosi che arrivano da tutto il mondo per vedere i propri beniamini? Tra quelli cresciuti con una “F1 all’antica”, fatta di poche gare ma essenziali, ci sono anche molti bambini che stanno crescendo con un concetto di F1 diverso e troppo moderno.

Non dovrebbe bastare il “purché se ne parli” nello sport, ma dovrebbe esistere esclusivamente la gioia dei tifosi sugli spalti al termine di una gara corretta, avvincente, tranquilla e spettacolare al punto giusto senza troppi meccanismi forzati. Una F1 che si accontenta di uscire in prima pagina, dei grandi grattacieli che sormontano la pista, delle luci e della musica a palla prima della gara, dello champagne a fiumi nelle hospitality. 

Lo spettacolo che non c’è: quando la F1 rischia di diventare altro

Fa riflettere, inoltre, anche il recente avvenimento che ha coinvolto Lance Stroll che ha spintonato il suo allenatore nei box sfoderando rabbia e frustrazione. La Federazione, che aveva avviato una discussione con il pilota canadese sull’argomento, ha reso noto che ha “ricevuto le scuse da Stroll in merito alle sue azioni durante il GP del Qatar. Preso atto di questo, è stato emesso un avvertimento scritto, ricordando a Lance le sue responsabilità in base al Codice Etico della FIA e ad altre linee guida etiche e di condotta della FIA stabilite dai regolamenti sportivi”. 

spinta stroll gp qatar
Photo Credit: Aston Martin F1 X

Codice etico e morale che fa ben discutere viste le molte vicende sopracitate. Da quando lo sport si accontenta? Invece di preoccuparsi che la gente ne parli sempre bene, dei successi dei suoi protagonisti, dei suoi eroi, delle sue leggende. Quando si tornerà a parlare di tecnica invece di Ocon steso a terra dalla fatica dopo una gara forzata per interessi altrui? 

O delle ustioni riportate da Alonso, del fiato corto accusato, dalla mancanza di forze necessarie per uscire dall’abitacolo… Forse mai, forse anche domani. Perché alla fine, fortunatamente per qualcuno, è andato tutto bene. Andrà sempre tutto bene. “We Race As One”, per alcuni, “We Race for Love”, per noi, per loro, che alimentano l’anima della vera F1. Quella fatta di adrenalina e passione, quest’ultima macchiata dal colore petrolio negli occhi di chi vuole vedere solo strette di mano e sorrisi per aver chiuso un rinnovo di un contratto da milioni di dollari.

LEGGI: “GP Stati Uniti: il programma del weekend e le curiosità”

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Martina Milia

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