La recente presentazione della Porsche 963, avvenuta in occasione del “Goodwood Festival of Speed”, ha portato addetti ai lavori e non, a interrogarsi sulle modalità con cui il famigerato Bop (Balance of Performance) – ed il suo regolamento del 2023 -potrà equilibrare una classe di vetture che già vede tra i prototipi presentati numerose differenze. Attraverso una breve disamina del regolamento tecnico e di ciò che ad oggi sappiamo sui nuovi progetti, cercheremo di capire quale utilizzo si intenderà fare del BoP e soprattutto di dare una risposta alla domanda: “Ma è proprio necessario?”
Porsche porta in auge il discorso sul regolamento BoP 2023: in ballo la credibilità del WEC
Ad una prima lettura è subito chiaro come uno dei punti principali nella lista dei redattori fosse quello di vedere sulla griglia di partenza vetture parecchio originali e diverse tra loro. Non sono stati posti infatti eccessivi limiti costruttivi, come accade invece in Formula 1, dove ogni sezione della monoposto è fondamentalmente regolamentata. Al contrario, sono fissati vincoli precisi sui valori prestazionali finali delle vetture, imponendo potenza e carico aerodinamico massimo, oltre ad un peso minimo. Non c’è né un limite di cilindrata o di numero e angolazione dei cilindri, né un limite per quel che riguarda le ali (tanto che Peugeot si è sbarazzata di quella posteriore, a differenza di Porsche).
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A questo punto è facile pensare che fissati questi paletti il problema sarebbe risolto, tutti avrebbero pari opportunità e piena responsabilità delle proprie scelte. Ciò però andrebbe a scontrarsi con altri punti saldi della nuova classe regina dell’Endurance mondiale: la convergenza di classe tra IMSA e WEC, il contenimento dei costi e la trasferibilità delle tecnologie sulle auto di serie.
Il regolamento così porterebbe ad un esorbitante aumento dei costi, oltre a rendere quasi impossibile l’uniformità prestazionale tra vetture LMDH e LMH. Ultimo ma non per importanza, si raggiungerebbe un livello tecnologico tale da allontanare le soluzioni sviluppate per la pista dalla produzione stradale.
Il BoP fondamentale per il 2023
Tutti questi aspetti insieme hanno reso necessaria l’introduzione del BoP (Balance of Performance), il quale però ha spesso provocato delle polemiche, sia in GT che in classe Hypercar. Alcune decisioni in merito hanno spesso fatto storcere il naso, come la scelta dei giudici di gara di modificare la velocità minima di attivazione del propulsore ibrido sull’auto giapponese (inizialmente fissa per regolamento a 120 km/h, poi portata fino a 190 km/h).
Per concludere, è chiaro come il BoP avrà un ruolo fondamentale, seppure non faccia propriamente parte del dizionario delle corse per prototipi intese nel loro concetto più classico. È comunque giusto considerare che senza di esso le differenze prestazionali tra i vari team avrebbero potuto essere enormi. I dati raccolti in merito all’applicazione del BoP in questi ultimi anni consentiranno certamente di aggiustare il tiro.
A tal proposito probabilmente Porsche parteciperà alla 8h del Bahrain, col duplice obbiettivo di racimolare dati e aiutare gli organizzatori. Alla 6h ore di Monza invece, con la partecipazione di Peugeot, avremo un primo assaggio di quel che sarà la prossima stagione, che già si preannuncia elettrizzante.
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