Lewis Hamilton
Lewis Hamilton si traveste da ingegnere e fa una sorpresa a tre bambini in visita a Brackley. Primo atto della fondazione benefica Mission 44

Truccato fino a sembrare irriconoscibile, il sette volte campione del mondo ha accolto in incognito tre bambini in visita alla fabbrica di Brackley, sede della Mercedes. I ragazzini, ispiranti ingegneri che frequentano una scuola elementare a Camden, sono stati selezionati per un tour di un’intera giornata a Brackely. Il gesto di Lewis Hamilton, oltre all’ovvia emozione che ha suscitato nei piccoli, si inserisce all’interno di una battaglia più ampia a favore dei diritti civili e dell’inclusione che il pilota inglese sta portando avanti in collaborazione con la casa della Stella.

Lewis Hamilton e l’impegno sociale: la sua fondazione Mission 44 muove i primi passi

Lewis Hamilton adesso fa sul serio. Dopo i tanti gesti simbolici in pista, dopo essersi esposto in prima persona a favore del movimento Black lives matter, il pilota inglese ci mette la faccia, debitamente truccata, ed accoglie a Brackley tre aspiranti ingegneri. E’ successo ieri alla Factory Mercedes: Lewis, dopo essersi sottoposto ad una sessione di trucco che ha reso il suo volto irriconoscibile, ha accolto tre giovani studenti di una scuola elementare di Camden spacciandosi per un ingegnere. Qualche chiacchera sui segreti della W12, i piccoli non si accorgono di nulla fin quando Hamilton non toglie la “maschera” lasciandoli senza parole.

Il video dell’incontro di Hamilton in incognito con i tre giovani aspiranti ingegneri – Fonte: Mercedes Twitter Account

Emozionati ed increduli, i tre bambini hanno poi avuto l’occasione di intervistare il loro idolo. E forse non è stato un caso che due dei tre ragazzi selezionati siano di colore: per loro Lewis non è solo il pilota da venerare ma anche l’esempio da seguire per farsi strada in un mondo, quello della F1, dove la presenza di persone di colore è ancora molto bassa. La Fondazione Mission 44, che Lewis ha creato e finanziato con il supporto della Mercedes, ha tra gli obiettivi primari quello di promuovere e garantire il percorso scolastico ai giovani che ambiscono ad entrare nel motorsport, ma che allo stato attuale incontrano difficoltà a causa di barriere culturali ed economiche.

Hamilton: “Perché sono l’unico pilota di colore arrivato al successo? Deve esserci una ragione più grande se io sono qui”

Lewis Hamilton ha fatto della lotta al razzismo la battaglia che più ha contraddistinto gli ultimi anni della sua carriera. Unico pilota nero a correre in F1 nonostante siano passati quasi quindici anni dal suo debutto, Lewis si chiede come sia possibile che nessuno altro pilota di colore sia arrivato al top in un periodo di tempo così lungo. Non solo. Il gap tra le persone bianche che lavorano nel paddock, siano esse ingegneri o meccanici, e le persone di colore che svolgono la medesima professione rimane ancora oggi molto ampio.

Sin dall’inizio avevo capito che per entrare in Formula 1 bisogna essere molto allineati – ha dichiarato Hamilton in un intervista concessa a WSJ – altrimenti capivi subito di non essere il benvenuto. All’inizio mi hanno fatto capire che avrei dovuto adattarmi alle regole, ma non mi sentivo a mio agio, volevo fare anche altre cose, e ad un certo punto ho deciso di agire. Lo scorso anno solo il 3% del personale della nostra squadra era di colore, ora siamo al 6%, e abbiamo l’obiettivo di arrivare al 25% nei prossimi quattro anni. Spero che nei prossimi dieci o quindici anni di vedere una Formula 1 più in linea con il mondo esterno, ovviamente non correrò per sempre, ma se riuscirò a vedere questo cambiamento potrò dire che il tempo trascorso qui è stato speso bene, che ne sia valsa davvero la pena.

Ascolta PaddockGP!

Non dimenticare di ascoltare l’ultima puntata di PaddockGP. Durante l’episodio numero undici, abbiamo commentato, assieme al nostro ospite d’eccezione Luca Dal Monte, tutto quello che è successo durante il weekend del GP degli Stati Uniti.

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Rosanna Greco

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