Sembra essere arrivato un accordo a stemperare le tensioni: è stato pubblicato un comunicato congiunto tra FIA e F1. La breve nota fa riferimento alla crescita continua del campionato mondiale di Formula 1 e di come un piano strategico verrà realizzato per il futuro.
La pace tra FIA e F1
Come sappiamo, nell’ultimo periodo, la FIA ha dovuto affrontare diversi problemi e, proprio ora, arriva una notizia positiva. Ben Sulayem, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, e Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato di Formula 1, hanno stretto un accordo. La nota congiunta, pubblicata sul sito della FIA, sembra essere un atto di pace tra i due organi, che sono in disaccordo da anni.
Il comunicato accenna a una nuova strategia per favorire lo sviluppo del campionato: “Il campionato del mondo FIA Formula 1 non è mai stato così forte e in così grande crescita globale. Sia la Fia sia la Formula 1 sono impegnate per ottenere i migliori risultati per l’intero sport. A tal fine, entrambe le parti stanno sviluppando un nuovo piano strategico che permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno e di incrementare ulteriormente il potenziale della F1 negli anni a venire“.
Le tensioni precedenti
Il periodo di ostilità tra i due grandi organi della Formula 1 è iniziato con l’arrivo di Ben Sulayem al comando della Federazione Internazionale dell’Automobile, nel dicembre del 2021. Dopo diverse tensioni, l’apice è arrivato nel 2023, quando ci sono state controversie tra Ben Sulayem e F1 riguardo al prezzo di vendita di quest’ultima.
Gli scontri sono poi continuati con la questione dell’arrivo di Andretti in F1, promosso dalla FIA, e con le accuse a Toto e Susie Wolff per un conflitto di interessi. Adesso, grazie a questa nota congiunta, dovrebbe esserci un clima più pacifico tra le due parti, che si preparano al rinnovamento del Patto della Concordia, firmato nel 2020 e con scadenza nel 2025. Ovviamente, la firma dell’accordo è essenziale per il futuro della FIA e quello di Formula 1 con Liberty, perché ulteriori tensioni tra gli organismi non permetterebbero la crescita del campionato mondiale.
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