Formula 1 Formula E circuiti
La Formula E inizia ad abbandonare i tracciati cittadini per dare spazio e abbracciare quelli tradizionali. Un cambio di rotta analogo, ma a parti inverse, anche per la Formula 1.

Il campionato mondiale di Formula 1 e quello di Formula E stanno vivendo un cambio di rotta: da una parte la massima espressione dell’automobilismo sta migrando dai circuiti tradizionali a quelli cittadini, mentre la serie elettrica sta lasciando le città per impiantarsi sui tracciati permanenti.

Cambio di tendenza: Formula 1 e Formula E contro “natura”

Archiviato l’ePrix di Misano svolto sul circuito tradizionale e permanente della Riviera, la Formula E sta vivendo un’inversione di rotta – si può anche parlare di vera e propria crisi d’identità – vista l’aggiunta di nuovi circuiti permanenti che vanno ad inserirsi nel calendario della competizione.

Oltre al palcoscenico messicano, presente nel campionato in maniera fissa dal 2016, tranne l’edizione del 2021 che si tenne a Puebla causa Covid-19, saranno altri 3 i circuiti permanenti che si sono aggiunti a quello che sta diventando un fitto roster di appuntamenti. La serie darà il benvenuto ad alcuni inediti tracciati come il Misano World Circuit (13-14 aprile) e lo Shanghai International Circuit (25-26 maggio), oltre che al Portland International Raceway (29-30 giugno) già visto lo scorso anno.

ePrix Città del Messico 2024
Photo Credit: Formula E Media Center

Parliamo di circuiti tradizionali, l’esatto opposto dei circuiti cittadini che caratterizzano l’essenza della Formula E volti alla promozione e alla sensibilizzazione delle persone agli electric vehicle, cuore pulsante dell’ideologia promossa da sempre da Alejandro Agag e dal CEO della serie Jamie Reigle. Proprio quest’ultimo ha sempre ribadito in più circostanze che la Formula E è differente dalle altre competizioni motoristiche per due semplici motivi da ritrovarsi nella sua natura elettrica e nell’utilizzo di circuiti cittadini nelle città più belle del mondo. Dichiarazioni ferme e volte a mantenere intatta la purezza di sangue da cui è contraddistinta questa serie che non si è mai snaturata (ancora) per far posto ai circuiti degni di questo nome.

Formula 1 formula e circuiti
Photo Credit: Alessandro Martellotta

È dello stesso avviso di Reigle anche Jean-Eric Vergne, che in occasione dell’appuntamento andato in scena sul Circuito Ricardo Tormo di Valencia nel 2021 ha confessato che il tracciato spagnolo non era conforme ai canoni del campionato: «Spero che Valencia sia stata un’eccezione dettata dalla pandemia. Non è nel DNA della categoria, non è stata concepita per gareggiare su circuiti tradizionali, ma per correre nei centri cittadini tra i muretti. Quelli sono un track-limits naturale».

Inversione di tendenza per i fan? I circuiti tradizionali un must have per la Formula E

È forse scontato dire che un vero fan del motorsport abituato all’odore di benzina e al melodico suono di un potente V12, storce e storcerà sempre il naso verso quelle “lavatrici a quattro ruote” così etichettate.

Un cambio di rotta verso circuiti tradizionali, con una propria storia ed un’eredità di non poco conto forse potrebbe essere la giusta strada per attrarre l’appassionato ad una categoria dibattuta fin dalla sua nascita.

Formula 1 formula e circuiti
Photo Credit: Alessandro Martellotta

Ne sono sicuramente esempio l’ingresso di Shanghai, col tracciato usato in F1, ed anche l’eprix d’Italia che trasloca dall’EUR a Misano, nel cuore della Motor Valley, diventando parte di una tendenza crescente che vede la Formula E correre su piste tradizionali piuttosto che su circuiti stradali nei centri città e di attenersi a versioni di quelle piste permanenti che sono relativamente vicine alla loro configurazione standard per altri campionati. Tutto di guadagnato per la serie che così facendo punta alla spettacolarità e alla storia scegliendo location sicuramente più evocative, rispetto a sterili circuiti montati come dei lego qualche giorno prima di un evento, per attrarre a sé nuovi fan.

Cercasi circuiti tradizionali

Al contrario, la Formula 1 sta facendo l’esatto opposto della Formula E, preferendo i neonati circuiti cittadini come Jeddah, Las Vegas, Miami ai più classici tracciati tradizionali. É da sottolineare come la massima espressione dell’automobilismo stia perdendo il suo DNA. La causa é forse la gestione da parte di Stefano Domenicali, sempre più AD e meno appassionato e salvatore che avrebbe ricondotto la nobile serie al lustro di un tempo, salvandola dalle grinfie pasticcione degli americani che antepongono lo spettacolo alla qualità, oppure perché l’attenzione della competizione è spinta a migrare nei posti in cui si fa a gara a chi ha il conto in banca più grande.

Formula 1 formula e circuiti
Photo Credit: F1.com

Basterebbe poco per ripristinare l’entusiasmo di un tempo. È successo durante la stagione del 2020, una tra le più belle mai viste non tanto per la lotta al titolo quanto per l’emozione che le monoposto di F1 erano capaci di creare sfrecciando tra gli iconici tracciati presenti quell’anno. Nürburgring, Istanbul Park, Mugello, Imola e Portogallo sono stati il giubbotto di salvataggio di una terribile annata piegata in due dal Covid regalando una stagione indimenticabile dal lato delle corse col ripristino di circuiti tradizionali. 

Che la Formula E abbia guardato attentamente l’operato della Formula 1 (quella del passato) per cercare di far breccia nei cuori degli appassionati e accaparrarsi una piccola fetta di pubblico potrebbe essere un dato di fatto, ma ciò che ha dell’assurdo è l’inversione di tendenza che stanno subendo queste due categorie nella scelta dei propri campi da battaglia.

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Raffaello Caruso

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