vanzini verstappen
Carlo Vanzini ha parlato della sua idea su Max Verstappen, definendolo in maniera negativa nonostante gli enormi successi ed il talento.

Carlo Vanzini ha parlato di Max Verstappen, in una chiave tutt’altro che positiva. Il celebre telecronista italiano è stato ospite della live di Roberto Chinchero, durante la quale non sono mancate critiche e commenti per sminuire il talento di chi, statisticamente, è stato in grado di diventare in poco tempo uno dei piloti più forti della storia della Formula 1. E nel futuro di Ferrari, non ci sono spazi per l’olandese: una serie di perché porterebbero il campione a non meritare questa opportunità.

Carlo Vanzini, il rapporto contorto con Verstappen: essere dimenticati per il proprio dominio

Max Verstappen ha iniziato la stagione 2024 di Formula 1 con due vittorie senza alcun rivale. Un intoppo è arrivato al Gran Premio dell’Australia, costringendolo al ritiro dopo ben 44 gare dall’ultima volta che era accaduto. Tre sono gli anni che sono passati da quando ha vinto una delle stagioni più memorabili della storia del motorsport, conquistando il titolo all’ultimo giro del campionato contro il rivale Lewis Hamilton. Si susseguirono – e continuano a farlo – tante discussioni su quell’epico GP d’Abu Dhabi, su cui l’olandese e Red Bull hanno fondato le basi della squadra di oggi. “Un finale che non dimenticheremo mai”, disse una voce ben nota ai fan italiani.

Un salto in avanti di quasi tre anni, e ci ritroviamo tutti ad osservare il ritorno alla doppietta della Scuderia Ferrari a Melbourne nel 2024. In tanti hanno commentato questo trionfo sorprendente della Rossa davanti a tutti, ma qualcuno ha anche nominato il primo momento di difficoltà incontrato dal numero 1 della competizione. Carlo Vanzini, celebre telecronista di Sky Sport F1 Italia, ha avuto modo di esprimere la sua opinione sul campione in carica. “Secondo voi verrà ricordato?” è stata la domanda del commentatore nel corso della live su Twitch del collega Roberto Chinchero ed Amos Laurito, i quali lo hanno tempestivamente risposto con una netta affermazione, seguita da un inequivocabile “Non scherziamo”.

Eppure, Vanzini ha avuto ben altra opinione, contraddicendosi con quanto detto alla fine della battaglia tra Hamilton e Verstappen. “Quando vinci i mondiali troppo facilmente, è diverso da quando devi lottare colpo su colpo. É come Vettel, che in Red Bull vinse senza neanche dover lottare con il compagno di squadra. Non è antipatia, solo penso che gli manchi vincere un mondiale lottato. Non ci stiamo rendendo conto che si sta avviando al quarto mondiale consecutivo. Per essere ricordato servono i duelli. Questa la motivazione che spingerebbe Max Verstappen nel dimenticatoio.

Per essere definiti esperti in materia, è necessario conoscere le statistiche ed avere anche una buona cultura della competizione. Sebastian Vettel, ad esempio, al netto dei suoi titoli consecutivi ha dovuto sudare dal 2010 al 2012 con la Ferrari di Fernando Alonso e Mark Webber, osso duro che ha saputo estrapolare il massimo dalla sua Red Bull come il compagno. Seppur nella storia delle corse i più grandi ricordi collettivi provengano da battaglie intense, nessuno ha mai rimosso quanto abbiano fatto piloti come Michael Schumacher, Lewis Hamilton o addirittura agli albori Juan Manuel Fangio nei periodi di monopolio del primo gradino. Delle macchine formidabili, e dei talenti indiscussi hanno portato alle più celebri delle nomine da “leggende”.

“Verstappen, non meriti la Ferrari se non hai cultura”: Vanzini chiude le porte all’olandese

Nella continuazione dell’appuntamento serale con Roberto Chinchero, Vanzini non ha lasciato trasparire un’altra contrarietà a Max Verstappen. Alla domanda di uno spettatore circa un’interessamento del pilota verso la Ferrari, il commentato ha reagito definendo con molta sicurezza la sua opinione. Lui non merita di guidare una Ferrari– ha affermato – “perché non ha la cultura per essere un pilota della Rossa”. Parole che, anche questa volta, hanno trovato in disaccordo gli altri due partecipanti alla diretta, e molti altri spettatori. La “cultura” del Cavallino, che solo pochi come Sebastian Vettel hanno avuto, non è appartenuta neanche a campioni del calibro di Kimi Raikkonen, ma che grazie alle proprie capacità si sono guadagnate la fiducia di un blasone come quello di Maranello.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

La problematica più grossa, al termine della discussioni virtuale, è apparsa in maniera chiara. É la grande presa di posizione da parte di un personaggio pubblico, che fa da intermediario tra uno sport meraviglioso ed il pubblico. Non si può essere di parte svolgendo tale professione, sostenendo sulla base del proprio legame da tifoso, delle tesi che necessiterebbero di più ragionamenti basati su dati oggettivi. La Formula 1 in Italia continua ad essere vissuta, dall’audience televisiva, sotto la patina rossa che cambia il colore alla realtà, generata da chi continua a togliere i meriti. Perché fuori da Ferrari si può vincere, ma non essere ricordati per dominare.

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Alessio Auriemma

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