Rubén Xaus
Rubén Xaus ci ha raccontato della sua nuova avventura negli Stati Uniti nel King of the Baggers, un modo poco conosciuto in Europa

Una competizione che per noi europei può essere folle, per Rubén Xaus non lo è, tanto da portarlo a decidere di partecipare come pilota titolare nel King of The Baggers, il campionato riservato alle cruiser americane nel contesto del MotoAmerica. Il pilota andorrano ci ha spiegato il lavoro che vuole fare, oltre che in pista, anche fuori, cercando di importare il campionato riservato ad Harley e Indian anche in Europa.

L’intervista a Rubén Xaus sulla partecipazione al King of The Baggers

Immaginate di prendere una moto cruiser e di decidere di andare in pista. Ecco, sembra surreale, ma negli Stati Uniti esistono già competizioni di questo tipo. Nato come show per un evento a Laguna Seca nel 2020, in poco tempo si è trasformata in una delle corse più pazze del motociclismo. Nasce così la King of The Baggers che ha visto in passato piloti di assoluto livello districarsi tra le curve dei circuiti americani con quelle grosse custom.

Dopo anni di inattività, Rubén Xaus ha deciso di tornare alle competizioni e non lo farà in Europa, ma negli Stati Uniti nel contesto del MotoAmerica proprio come pilota del King of The Baggers e della Baggers Racing League. Correrà a bordo di una Harley-Davidson Road Glide del Team Feuling, appoggiato da GoEleven. Come sottolineato dal pilota andorrano nella nostra intervista, la moto di Xaus sarà ben pompata, tanto da definirla quasi una Superbike.

“Ho parlato un po’ con Ben Bostrom che aveva corso qualche anno fa con queste moto e mi ha detto che conosceva questo Luke Leatherman (CEO di Feuling Parts n.d.r), un bravo ragazzo che aveva voglia di fare qualcosa di diverso. Quando ho visto la sua moto ho pensato che non ci sarei mai salito. Gli ho detto che ho fatto dei viaggi per vedere e comprendere questo mondo e capendo di non poter correre in un team ufficiale Harley proprio per il loro modo di settare la moto tutta caricata sul posteriore, a Luke ho detto che faceva dei grandi motori, ma di ciclistica non ci capiva nulla. Allora ho cominciato a cercare sponsor e a trovare un’alternativa”.

Ruben Xaus Baggers
Photo Credits: Ruben Xaus profilo Instagram

Capendo che un team satellite non può essere supportato dalla casa madre a pieno, ho cominciato a cercare tutti quegli sponsor o partner che hanno avuto successo a fianco di Harley. Posso definirla una ‘aftermaket Harley’. Hanno creduto nel progetto, soprattutto gli europei e ho fatto una Superbike, perché la mia Harley è una Superbike. Uso forcelle più corte, ho spostato il baricentro più in basso. Perché se vuoi andare forte, hai bisogno delle specifiche giuste per poterlo fare. Ho iniziato ad ottobre a costruire la mia moto. Loro volevano iniziare a febbraio, giusto per farvi capire la diversità di mentalità. Ho creato una moto con più grip, più leggera, con un aerodinamica che gli altri non hanno, perché ho capito che non avendo la loro potenza, devo compensare in altre aree“.

La voglia di tornare a correre

Vista la condizione fisica ottima, Rubén Xaus ha voluto sperimentare questa nuova esperienza per poter dire ancora la sua in pista. In una competizione ancora da scoprire per noi europei che però, secondo il pilota andorrano, arriverà molto presto nel Vecchio Mondo. Un test BSB ha riacceso il fuoco che c’era in lui.

Ho fatto un test con una moto Superbike nel contesto del BSB e sono andato bene, anche se a girare c’erano altri piloti molto forti. C’è stato questo rumors che potessi tornare al BSB, ma no. Non voglio togliere il posto a un giovane per una cosa che io ho già fatto anni fa. Se non sono riuscito a vincere all’epoca, a maggior ragione non riuscirò oggi. Facendo questo test però mi si è accesa una lampadina, mi sono sentito in forma e quindi ho deciso di tornare a correre”.

Ho sentito parlare di questi Baggers e allora la scorsa estate ho preso la macchina e mi sono fatto 2000km per vedere il team ufficiale e seguire i loro test. Dopo che ho tastato un po’ il terreno, ho fatto una riflessione. Probabilmente mi sarei picchiato con loro (ride n.d.r) perché il nostro modo di fare europeo è molto differente dal loro”.

Una sfida continua

Il mantra di Rubén Xaus è il non fermarsi mai, non accontentarsi di quello che si ha, cercando di trovare nuovi stimoli per scrivere nuove storie da raccontare in ambito motoristico.

Rubén Xaus king of the baggers
Photo Credits: Ruben Xaus profilo Instagram

Mi sono sempre sentito una persona creativa, che cerca nuove storie nel mondo dei motori, quando pochi o nessuno lo fa. Sono stato il primo spagnolo in Supersport, il primo spagnolo a passare dalla Superbike alla MotoGP e a fare rookie dell’anno con un team privato. Dopo qualche anno sono tornato in Superbike con Marco Borciani. Nonostante non avessimo la moto per competere, siamo anche riusciti ad andare a podio e vincere delle gare. Sono fatto così, sono un creativo e se anche a qualcuno posso stare antipatico non mi interessa, io morirò così”.

Il campionato King of The Baggers nel weekend MotoGP

Il campionato si svolgerà in otto appuntamenti, a partire dal 7 marzo a Daytona, per finire il 29 settembre al New Jersey Motorsports Park. In mezzo, la partecipazione al weekend di MotoGP di Austin del 12-14 aprile, sintomo di un interessamento anche da parte di Dorna a questa pazza competizione di moto custom che potrebbe, tra qualche anno, sbarcare in Europa anche grazie a Rubé Xaus.

Partiamo a Daytona il 7 marzo, ho fatto montare anche una frizione anti saltellamento, quando la proposi al team mi guardavano come fossi un astronauta. La bellezza dell’Europa è che ha portato il livello del motociclismo in alto, per il campionato sono un asset importante in quanto l’unico europeo a correrci. Correremo anche durante il gran premio di Austin di MotoGP perché hanno già nel mirino di portare il campionato in Europa a breve. Io appena ho annusato questa cosa mi sono detto pronto e disponibile a iniziare questa avventura, sia per correre anche in Europa, sia per fare un po’ di business, che male non fa”.

Ho scoperto delle cose interessanti su questo mondo. Un esempio, nei nostri campionati ci sono tre costruttori che fanno forcelle. In America, nel custom, saranno 200. Il fatto è che per costruire una forcella o un forcellone più o meno competitivi, il costo del materiale e il lavoro è lo stesso. Quello che manca poi è l’esperienza in pista per migliorare e capire realmente il potenziale del componente“.

Ascolta Paddock GP Motomondiale

Potete recuperare la puntata andata in onda giovedì 8 febbraio alle ore 21:30 sul canale YouTube di Rossomotori, in cui abbiamo analizzato la tre giorni di Test di Sepang con il nostro ospite Ruben Xaus.

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Simone Massari

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