Anno nuovo… rivelazioni vecchie. Più o meno. Ferrari e Mercedes si sono date battaglia fino ad Abu Dhabi per accaparrarsi il titolo da “vice campioni del mondo” dietro all’imprendibile Red Bull. O meglio dire, Max Verstappen. A spuntarla è stato il team guidato da Toto Wolff, lo stesso che a distanza di settimane può finalmente ammettere di aver fatto un torto alla scuderia italiana, più precisamente a Carlos Sainz e tutta la vicenda intorno all’ormai famoso tombino di Las Vegas.
La vicenda del tombino di Las Vegas colpito da Sainz
Calcolando che la Mercedes l’ha spuntata letteralmente per 3 punti sulla classifica finale, il controverso episodio avvenuto al penultimo round stagionale a Las Vegas, può aver inciso e non poco. Il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, ha avuto la sfortuna di danneggiare la sua SF-23 durante la prima sessione di prove libere per aver centrato in pieno un tombino non fissato correttamente. A causa della sostituzione forzata della Power Unit, lo spagnolo fu penalizzato e costretto a scontare 10 posizioni di penalità sulla griglia di partenza.
Toto Wolff, team principal della Mercedes, negò alla Ferrari l’ok per il cambio senza penalità (possibile solo in caso di eventi di forza maggiore): “È assolutamente ingiusto ciò che è successo a Carlos. Sto parlando della penalità, ingiusta. Da racer, sono il primo a dire che non se la meritava. Penso che dovremmo rivedere le regole. Il concetto di forza maggiore è difficile da definire“, ha poi ammesso il manager austriaco a Planet F1.
Le motivazioni di Toto Wolff per la penalità su Sainz
Sulle motivazioni che lo hanno portato a spingere per la penalità dello spagnolo a Las Vegas, ha detto: “Da team principal ho la responsabilità di 2500 dipendenti e dei loro bonus, che cambiano e non poco tra una seconda e una terza posizione in classifica costruttori. Hanno mutui, tasse e scuole per i figli da pagare. Qualunque team principal nella mia posizione avrebbe fatto altrettanto perché se hai la possibilità di penalizzare una vettura avversaria lo devi fare“.
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