gp qatar caldo
Nel GP del Qatar a vincere è stato il gran caldo che ha portato allo stremo tutti i piloti: è davvero questo lo spettacolo che la F1 vuole?

Il GP del Qatar, il secondo nella storia della F1, poteva essere un weekend di grande festa. Il terzo titolo di Verstappen o la prima vittoria di Piastri sono però storie passate in secondo piano visto quanto accaduto sul circuito di Lusail. Nel GP del Qatar ha così trionfato il troppo caldo, mettendo a rischio la sicurezza dei piloti. Un weekend che ha così regalato un terribile spettacolo e da cui l’intero Circus ne è uscito sconfitto.

GP Qatar, troppo caldo: dov’è la sicurezza quando serve?

Il giorno dopo il caldo weekend del GP del Qatar appare più nitida l’impresa che hanno compiuto i piloti. Stare in pista a Lusail non è stata infatti solo questione di sabbia, grip o track limits. Il grande caldo unito all’enorme tasso di umidità del deserto qatariota ha infatti ben messo alla prova i protagonisti del Circus. Una sfida che a mente fredda richiede necessariamente delle riflessioni. I piloti stremati non sono certo una novità nella storia della F1; in passato infatti tali scene sono state ben presenti. I tempi però sono cambiati facendo risuonare soprattutto quel campanello d’allarme chiamato sicurezza. Un campanello che in Qatar non è però stato calcolato del tutto.

Al termine della gara si sono così visti i piloti distrutti da quanto avevano appena portato a termine. Accaldati, disidratati, stanchi e sul punto di svenire. Le immagini giunte dalla pista hanno così colpito il popolo della F1, non abituato a scene simili in un Circus dove la sicurezza viene predicata come prioritaria. Albon sorretto per poter uscire e scendere dalla sua Williams. Alonso con ustioni dovute al troppo surriscaldamento del suo abitacolo. Ocon disteso a terra dopo aver rimesso neanche ad un terzo del GP e continuato fino al traguardo. Stroll barcollante dirigersi verso l’ambulanza. Norris che ha parlato di piloti svenuti e Sargeant che ha scelto di ritirarsi da quanto stava male.

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Photo Credit: Esteban Ocon X

Le condizioni fisiche dei piloti al termine della gara erano evidenti a tutti. Uno spettacolo terribile che, insieme al resto delle cose che non hanno funzionato, ha fatto passare in secondo piano quanto avvenuto nell’arco del weekend. La sicurezza in Qatar è infatti mancata. Quella stessa sicurezza che ha portato alla decisione di imporre tre soste a causa di una pista che altrimenti avrebbe rischiato di rompere le gomme. Una decisione che dall’altro lato ha permesso ai piloti di fare 57 giri da qualifica in condizioni disastrose che il DNA di tali atleti spesso non riesce a considerare come pericolose. Almeno non sul momento. I duri commenti alla fine infatti non sono mancati e una soluzione per gli anni futuri è necessario trovarla.

Qual è il vero spettacolo?

Correre nel deserto può essere suggestivo. La sabbia che si alza, il sole che tramonta all’orizzonte lasciando poi spazio alla notte illuminata dalla pista. Correre nel deserto, in determinati periodi dell’anno, si è però rivelato essere anche pericoloso, non sicuro e tutt’altro che spettacolare. Il weekend in Qatar non si può infatti definire una vittoria per la F1. Le condizioni della pista hanno in primis costretto ad un cambio di regole in corsa per salvaguardare la sicurezza dei piloti. Una decisione giunta all’ultimo vista anche la mancanza di prove libere a causa del weekend con le sessioni Sprint. Una scelta che si è anche rivelata essere un’arma a doppio taglio visto che ha permesso ai piloti di poter spingere ad ogni giro.

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Photo Credit: Williams X

In un weekend dove Piastri ha conquistato la sua prima vittoria e Verstappen ha vinto il titolo con 6 gare ancora da disputare, la F1 è riuscita a far mancare lo spettacolo di tale sport. Una situazione che ha così messo in maggiore evidenza cosa conti davvero per chi ha in mano questa categoria. Uno spettacolo degli orrori, come da molti è stato definito, che il Circus non deve e non può permettersi di ripetere. Per quanto i soldi possano far da padroni al giorno d’oggi, quanto accaduto in Qatar deve far riflettere e agire. Quello che si è visto non è infatti correre, ma sopravvivere. Uno sport che la F1 si è ripromessa di non voler mettere in scena dopo quanto accaduto in passato. In Qatar però quanto predicato finora è stato dimenticato e lo “spettacolo” è stato servito. Ma è davvero questo ciò che la F1 vuole?

LEGGI: “GP Qatar: le parole dei protagonisti”

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Chiara Zambelli

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