Non passa di certo inosservata la grande assenza del presidente John Elkann agli appuntamenti della Scuderia Ferrari in Formula 1. Infatti, per Umberto Zapelloni, l’unico merito che bisogna dare al presidente Elkann è la volontà di aver voluto un rientro della Ferrari nella classe regina del WEC.
John Elkann, un presidente troppo assente per Ferrari. Le parole di Umberto Zapelloni
Quasi come se fossimo immersi nella lettura di uno dei libri gialli di Agatha Christie o dell’italianissimo Donato Carrisi, la figura del presidente della Scuderia Ferrari John Elkann diventa sempre più astratta e avvolta in un alone di assenza e mistero. L’Egregio, l’Esimio, o semplicemente John, non è mai stato fan dei riflettori, parliamo di quelli delle corse automobilistiche e delle auto sportive, e non di quelli che illuminano le vistose sfilate di moda del brand Ferrari che sforna capi di dubbia bellezza, seppur di inestimabile fattura. Ma noi non parliamo di moda su questi canali, per cui non entriamo in merito. Possiamo quasi azzardare che all’Egregio il sapore dell’asfalto e l’odore d’olio bruciato non piaccia proprio. Tante le sue assenze., basti pensare che non lo si è visto presenziare neppure alla presentazione di sua figlia madama SF-23.
La prima apparizione della stagione è avvenuta soltanto in occasione del GP di Monaco, alla sesta gara dell’anno, con tutta la famiglia al completo ed un particolare outfit composto da una sobria giacca blu avvolta alle spalle da un candido maglione rosso. Ma, ripeto, noi non parliamo né tantomeno ci intendiamo di moda. Da quel momento sono state davvero poche le presenze di John Elkann tra le mura di Maranello. Questo è un problema da non poco e che non bisogna sottovalutare, perché un presidente tanto assente può essere davvero un male, soprattutto nella storia recente della Ferrari, come dichiarato da Umberto Zapelloni in esclusiva per noi durante il corso dell’ultima puntata di Paddock GP.
“Si sente molto l’assenza di un presidente presente. Se vai a vedere la storia della Ferrari, i grandi successi sono arrivati quando il presidente, o comunque il capo azienda, erano molto presente. Enzo Ferrari, pur non muovendosi da Maranello, era presentissimo all’interno della sua scuderia. Luca di Montezemolo aveva una presenza fin ai limiti dell’invadenza sulla squadra corse. Todt racconta di decine di telefonate giornaliere per avere continui aggiornamenti e così lo raccontava anche Michael. Con Marchionne si è arrivati vicino a questo. Stava fisicamente spesso a Maranello. Aveva mille impegni e cose da fare come capo del gruppo FCA, però dava tanta energia alla Ferrari e con lui, forse, anche la soluzione Binotto e dell’organizzazione orizzontale avrebbe potuto funzionare meglio”.
“Adesso l’assenza è clamorosa perché abbiamo un presidente che non solo non lo vedi in gara, ma non lo senti intervenire. Sono successe cose in Ferrari che in passato avrebbero scatenato la ribellione del presidente, quest’anno John Elkann non si è mai visto intervenire. Fa un paio di interviste all’anno poco incisive. Purtroppo è un suo modo di comportarsi e sembra molto disinteressato a tutto”.
Elkann e quell’amore chiamato Ferrari 499P
Forse John Elkann ama la Ferrari “sbagliata”? L’unico merito che possiamo indubbiamente conferire all’Esimio è quello di aver creduto fino in fondo (ed aver voluto fortemente) il progetto Hypercar. La 499P, fin dai primi chilometri macinati a Fiorano, sembra esser nata sotto una stella fortuita e promettente. Un progetto che ha dato vita ad un vero purosangue di razza. Uno stallone come pochi che ha avuto il merito di vincere La Gara al debutto su una categoria assai complessa ed imprevedibile dopo 50 anni di assenza.
“L’unico grande merito che va dato al presidente John Elkann in questi anni è quello di aver creduto nell’operazione Le Mans perché lui ha fortemente voluto quella Ferrari Hypercar per andare a vincere la massima categoria e quel risultato è arrivato; di questo gli va dato atto. Quindi, una certa passione per un certo tipo di corse c’è sicuramente, perché altrimenti un simile progetto non sarebbe esistito perché era un’operazione rischiosa poiché dichiarare di arrivare a Le Mans per vincere contro avversari come Toyota che sono lì da anni non è stata una cosa così banale”.
Un record assoluto, un risultato magistrale degno di un team chiamato Scuderia Ferrari. Ma non sarà che, forse, a John Elkann e alla Ferrari non importi più nulla della Ferrari in Formula 1?
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