Gunther Steiner ha parlato dei rischi che un nuovo team porterebbe. La Formula 1 ha aperto le porte all’entrata di una nuova squadra nella competizione a partire dalle prossime stagioni. Il team principal di Haas ha commentato questa idea, ritenendola rischiosa per la stabilità che finalmente è stata trovata nella categoria. Per lui, dunque, si tratterebbe di una mossa evitabile, per preservare la salute di un campionato che ha cambiato squadre protagoniste troppe volte.
Steiner non vuole un nuovo team in F1: “Tra tre anni diremo che abbiamo perso una squadra perché è fallita”
La nuova Formula 1, che appassiona i giovani e cerca lo spettacolo, ha aperto le porte ad un nuovo team. Stefano Domenicali ha proposto alla FIA quest’idea interessante per il futuro, che il CEO della FIA Mohammed Ben Sulayem ha accettato di buon grado. Le voci di paddock parlano da tempo ormai della probabile entrata in gioco dell’Andretti Cadillac Racing, squadra che sotto diversi punti di vista potrebbe esser pronta a lottare nella massima competizione. Due piloti in più in pista, una squadra in più dietro al muretto, renderebbero probabilmente ancora più grosso l’intrattenimento creato dalle corse.
Nonostante questi lati apparentemente positivi, ce ne sono altrettanti molto preoccupanti. In particolare, i timori più grossi provengono dalle squadre, che si vedrebbero toccate soprattutto dal punto di vista economico. Infatti, oggi i dieci team iscritti al Mondiale di F1 ricevono introiti dalla televisione, gli sponsor e i premi in denaro che negli anni hanno subito modifiche fino ad essere piuttosto stabili. Con l’entrata di un nuovo team, questo equilibrio si smuoverebbe. Ai media, il team principal di Haas Gunther Steiner ha commentato questa situazione. Il team principal italiano ha espresso dal suo punto di vista quali sarebbero i rischi di una new entry, soprattutto per un team come il suo, sempre sul filo del rasoio.
“Ci sono dieci team molto stabili sia tecnicamente stabili che finanziariamente. Se metti un’altra squadra e forse qualcuno si mette in pericolo tra tre o quattro anni, e otto o nove squadre resteranno. L’attività è gestita da FOM, devono assicurarsi che sia sostenibile. Al momento siamo al culmine, tutto sembra crescere e non c’è mai fine. Ma è molto stabile, abbiamo dieci ottime squadre e se cambi qualcosa, potresti avere l’effetto contrario. Se esageri e le squadre non sono più stabili, cosa ottieni allora? Tra tre anni diremo che abbiamo perso una squadra perché è fallita. Se guardiamo indietro nella storia, penso che siamo in un ottimo momento, non abbiamo mai avuto 10 squadre stabili. C’era un piano aziendale della FOM per portarci in questo posto, non è successo per caso. Non vogliono rischiare, ammettendo per di più senza una buona ragione”.
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