La Ferrari SF-23 Evo ha lasciato delle informazioni importanti attraverso gli sviluppi portati in pista a Barcellona. Il team di Maranello ha progettato un piano di miglioramenti che è arrivato sul circuito di Montmelò nel suo pacchetto più grande. Questo ha dimostrato ai tecnici un progresso che era stato previsto e che si protrarrà nel corso della stagione.
La Ferrari SF-23 Evo a Barcellona: “Abbiamo capito perché questo pacchetto funziona”
Quando i test in Bahrain diedero la prima mera sentenza, Ferrari sembrava essere indietro rispetto agli altri. La cosa peggiore fu rendersi conto di aver fatto un passo verso il basso guardando il buon 2022, che almeno nella prima parte era stato quasi impeccabile. Il 2023, invece, è stato un anno già tumultuoso dalle prime battute, con le dimissioni di Mattia Binotto che hanno creato una spaccatura interna ancora sanguinante. Dopo lo svizzero, il ruolo di team principal lo ha preso Frederic Vasseur, non carente di esperienza nel concorrenziale mondo della Formula 1.
Il suo compito principale è stato, dal 9 gennaio, quello di irrigidire le fondamenta del personale della squadra per poggiarci un progetto che potesse essere valido per un titolo mondiale. Tra le tante difficoltà, i passi in avanti sono stati più lenti rispetto a squadre come Mercedes, e la prova è stata la prestazione scarna avuta nel GP di Spagna. Nonostante il quinto e l’undicesimo posto con i nuovi sviluppi montati sulla SF-23, ora denominata con l’aggiunta “Evo”, c’è un’aria di ottimismo nello stabilimento di Maranello. C’è la sicurezza di essere sulla strada giusta, ha spiegato Jock Clear, Senior Performance Engineer della Scuderia Ferrari, esprimendo cosa si pensa tra i tecnici a Motorsport.com.
“Questo pacchetto non ha fatto una differenza di mezzo secondo o sette decimi, ma di due o tre decimi al massimo. La cosa positiva è che sono stati guadagnati a Barcellona, un circuito che mette davvero a nudo le debolezze di una vettura. Non si può venire in Catalogna e nascondersi. Questo è il vero aspetto positivo. Siamo arrivati in Spagna e abbiamo fatto funzionare la SF-23 Evo in uno dei circuiti probabilmente più impegnativi. Con il limite di budget al quale dobbiamo sottostare, non ci si può permettere di fare esperimenti senza cognizione di causa. Abbiamo capito perché questo pacchetto funziona e pensiamo che questo ci abbia aperto una nuova possibilità. Dove si andrà a finire non lo sappiamo, ma di certo il processo di sviluppo aerodinamico sarà coerente”.
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