Ayrton Senna McLaren
29 anni fa ci lasciava Ayrton Senna, in quel tragico 1° maggio 1994 a seguito dell'incidente avvenuto sul circuito di Imola.

1° maggio 1994. GP di San Marino sul circuito di Imola. La gara è in corso quando in un attimo tutto diventa destinato a cambiare, mondo della F1 compreso. Ayrton Senna e la sua Williams sono infatti fermi dopo l’impatto con il muro del Tamburello. 1° maggio 1994, Ayrton Senna e la sua Williams hanno percorso insieme quella che per il brasiliano è stata un’ultima corsa.

1° maggio 1994: Ayrton Senna, il mito oltre il pilota

29 anni. Questo il numero che rappresenta lo scorrere del tempo, il passare degli anni da quel 1° maggio 1994, giorno in cui Ayrton Senna fece la sua ultima corsa, fermatasi per sempre al muro del Tamburello sul circuito di Imola. 29 anni di storie, inchieste, dubbi, ma soprattutto 29 anni nei quali un pilota si è trasformato in simbolo, in mito, in leggenda.

Che Ayrton Senna fosse speciale lo si era capito fin da subito; al suo primo ingresso in pista, il suo nome aveva già intrapreso la strada della leggenda, anche se probabilmente nessuno poteva immaginare in che modo. Perfezionismo, audacia, coraggio, sfida. La carriera di Ayrton Senna può essere riassunta così, anche se forse queste parole possono risultare poche, forse banali per il campione brasiliano.

1 maggio 1994 ayrton senna
Photo Credit: Ayrton Senna Official Twitter Account

Quella prima domenica di maggio, dopo la tragedia di Ratzenberger il giorno prima, ha visto il mondo congelarsi. L’attimo che nel modo più classico viene definito un assordante silenzio. Un ultimo giro, un’ultima curva mai completata davvero, un’ultima corsa prima di quella rottura con il conseguente impatto rimasto negli occhi e nelle menti di tutti. Un’ultima accelerazione prima di spegnere tutto e accendere quella luce speciale, la luce di un mito.

Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota

Raccontare la storia di Senna, la sua carriera e le sue imprese in pista è forse riduttivo. Il tre volte campione del mondo brasiliano è un pilota che va vissuto, anche e soprattutto attraverso gli occhi di chi quell’indimenticabile casco giallo lo ha visto sfrecciare in pista. Essere pilota per Ayrton Senna era forse una missione da un unico scopo, quello di vincere, di essere il migliore.

Photo Credit: Ayrton Senna Official Twitter Account

Come sia riuscito ad imprimersi nei cuori del mondo resta una di quelle magie che non tutti sono in grado di compiere. Forse la semplicità, forse il coraggio, forse quegli occhi preoccupati, quello sguardo poi definito premonitore, in quel weekend di Imola. Forse il sognare di essere, anche solo per una volta, come lui. Chi era Ayrton Senna? Lucio Dalla cantava “il mio nome è Ayrton e faccio il pilota, e corro veloce per la mia strada, anche se non è più la stessa strada, anche se non è più la stessa cosa”. Ayrton era uno di quelli che correva, e lo faceva forte, spesso avanti a tutti; uno di quelli anche in grado di fermarsi, di ascoltarsi, di stupire e stupirsi. Uno di quegli uomini che forse chiedeva solo quel po’ di riposo degno di un campione come lui. “Tanto il circo cambierà città. […] E io, adesso, chiudo gli occhi”.

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Chiara Zambelli

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