F1 GP Australia
La 37esima edizione del GP di Australia di Formula 1 è stata caratterizzata dallo spettacolo, quello forzato, che rischia di inibire questo sport.

Il GP di Australia è stato caratterizzato da tre bandiere rosse, quattro partenze, un arrivo in parata sotto safety car, il tutto in una lunghezza di corsa totale pari a 2:32:38.37. Grazie al terzo appuntamento del mondiale, abbiamo capito che la Formula 1 è afflitta da una grave malattia: quella di uno spettacolo sfrontato e spietato che inizia a non piacere.

Cosa è successo in questa edizione del GP di Australia di F1

Con la 37esima edizione del GP di Australia si segna una delle pagine più buie della storia della Formula 1. Con la vittoria, la seconda della stagione su tre gare, di Max Verstappen il divario in campionato diventa sempre più lungo sugli inseguitori, idem per Red Bull che allunga prepotentemente in classifica costruttori andando a quota 123 punti contro i 65 di Aston Martin ed i 56 di Mercedes. Qualcosa è cambiato durante la mite giornata autunnale australiana del 2 aprile. La Formula 1 è morta? Non per il momento, almeno. Ma questo sport è in serio pericolo.

Il GP d’Australia è stato caratterizzato per aver ospitato sul proprio podio ben 11 titoli mondiali: Max Verstappen (2), Lewis Hamilton (7) e Fernando Alonso (2), ma poco è importato di questo celebre risultato perché lo spettacolo, quello forzato e voluto a tutti i costi e visto nelle fasi finali della corsa inizia ad essere deleterio e asfissiante per la massima categoria dell’automobilismo.

F1 GP Australia
Photo Credit: F1 Twitter

Per capire quando è avvenuto ciò dobbiamo riavvolgere il nastro e tornare al giro numero 53, quando la Hass VF-23 di Kevin Magnussen, uscita larga e scomposta da curva 2, è andata ad impattare contro al muro, il cui contatto ha causato un distaccamento dello pneumatico posteriore destro costringendo il pilota danese al ritiro. In questo caso, i commissari, anziché chiamare in campo la Safety Car e concludere i pochi giri restanti nella più totale sicurezza, hanno deciso di esporre bandiera rossa, la seconda della corsa. Tutto nella norma e coerente, soprattutto in virtù di quello che è stato il brutto incidente capitato ad Alexander Albon durante il settimo giro del gran premio. Così, con soli 3 giri da correre su 58 totali, la direzione gara ha scelto di far ripartire il gran premio con uno standing start. Dopodiché caos in quel di Albert Park.

Alla ripartenza era chiaro che ogni pilota avrebbe voluto rimontare quante più posizioni possibili. Infatti, Carlos Sainz impatta contro Fernando Alonso, la qual cosa genera un effetto domino tagliando fuori dagli schemi le due Alpine. Stroll e Perez sono finiti nella ghiaia – quest’ultimo rientrato in pista in maniera pericolosissima – ed anche Nyck de Vries e Logan Sergeant sono entrati in contatto. Risultato? Un’altra bandiera rossa, la terza ed ultima della gara. Da quel momento in poi caos totale sul da farsi. La Federazione che dopo diversi minuti dichiara dapprima conclusa la gara per poi annunciare di terminarla ufficialmente sotto bandiera a scacchi concludendo con un ultimo giro dietro la Safety Car con la classifica tornata a quella della precedente ripartenza, senza contare le vetture uscite di pista. Nel frattempo, Sainz viene messo sotto investigazione e penalizzato di 5 secondi. Max Verstappen vince davanti a Hamilton e Alonso; dodicesimo lo spagnolo della Rossa.

F1 GP Australia
Photo Credit: F1 Twitter

Ma in questa grande apocalisse corsistica, dove sta il problema? 55 giri di gara su 58 sono stati eclissati dai frenetici momenti finali che hanno voluto anteporre obbligatoriamente lo spettacolo alla sicurezza. La soluzione era semplice: concludere la gara dietro Safety Car ed evitare inutili problemi che, fortunatamente, si sono conclusi con qualche migliaio di dollaro in meno da parte dei team coinvolti in incidenti. Bisogna precisare che la Formula 1 è in primis uno sport e lo spettacolo che genera è solo una derivata e pomparlo significa snaturare la stessa portando gli appassionati (quelli veri e non gli occasionali) a disinnamorarsi completamente.

Fatti analoghi nelle gare precedenti

Questa non è la prima volta che la Formula 1 viene deturpata della sua bellezza e della sua arte. Riavvolgiamo nuovamente il nastro dei ricordi e arriviamo al GP del Belgio del 2021. In quell’occasione durante il tredicesimo appuntamento del mondiale 2021, andò in scena una gara non fatta a causa della pioggia scrosciante. Sono bastati 3 minuti e 27 secondi, dopo un’attesa di oltre tre ore, per gettare alle ortiche una delle gare più attese del calendario. All’epoca, lo storico circuito di Spa-Francorchamps, l’Università della Formula 1, è stato teatro di una delle pagine più tristi, forse, della storia della massima espressione dell’automobilismo a causa della sua grave brevità e di una gestione barbina, giudicata scandalosa dall’ex Direttore Sportivo Cesare Fiorio, in esclusiva per noi di Rossomotori.it.

F1 Belgio 2021 rimborso biglietti
Photo Credit: Formula1.com

Penso che uno scandalo simile, nel mondo della Formula 1, non si era mai visto. Credo che rimarrà nella memoria di tanti il ricordo di questa gara “non fatta” e la presa in giro nei confronti degli spettatori, che hanno patito il freddo. Non so quanto sarebbe costato, ma ci sono delle opportunità di cui un organizzatore deve sempre prendersi il rischio perché oltre a guadagnare qualcosa, bisogna mettere in conto i probabili rischi. In questo caso il “rischio” è stato affrontato in maniera sbagliata e sono state fatte delle scelte ridicole e molto imbarazzanti per il pubblico che era lì presente a Spa.

Ma non fu solo Belgio 2021 ad essere una gara aberrante nella gestione. Ricordiamo il GP di Abu Dhabi, gara della stessa stagione, importante poiché ha deciso le sorti di un campionato intero conteso tra il futuro due volte iridate Max Verstappen ed il campione in carica Lewis Hamilton, prossimo al record dell’ottavo titolo mondiale sfumato per le vicende finali della gara.

Cesare Fiorio GP Abu Dhabi respinto primo reclamo
Photo Credit: F1.com

“Masi ne ha sbagliate tante nel corso della stagione e ieri si è reso protagonista di una situazione di cui né Hamilton né Verstappen potevano immaginare l’epilogo. Lui non tende a favorire un pilota rispetto ad un altro, ma ha mostrato poca competenza e, fintanto che ci sarà Masi, dovremmo aspettarci decisioni impossibili come quelle viste quest’anno”, ha tuonato sempre in nostra esclusiva Cesare Fiorio.

Chi si lamenta della F1

Le scelte poco ragionevoli della Federazione non sono passate inosservate. La FIA sa farsi notare a livello globale ricevendo non solo le critiche da parte di fan, appassionati e membri del circus, ma anche da “certi” personaggi come Casey Stoner. Il campione di MotoGP del 2007 con Ducati e con Yamaha del 2011, tramite il suo profilo Twitter, ha espresso il suo dissenso vissuto durante il GP di Australia (che di fatto è la sua gara di casa) facendosi portavoce di una realtà che è visibile agli occhi di tutti: lo spettacolo forzato è la fine di questo sport.

FIA ti sei messa in imbarazzo da sola. Hai creato un casino letteralmente in utile. Per favore ricordati che la F1 prima di tutto è uno sport, poi è un servizio d’intrattenimento, uno spettacolo che offrite, non è il contrario”, queste le parole di Casey Stoner.

Tra gli altri personaggi che hanno avanzato una lamentela contro il forzato spettacolo della Formula 1, visto durante il GP di Australia, è l’ingegnere Luigi Mazzola, il quale ha espresso il suo parere durante il talk Race Anatomy.

“La considerazione è che si sta dando uno spettacolo prevaricando quello che è lo sport. Chiunque abbia lavorato in Formula 1 sa che ad una ripartenza a due giri dalla fine, con tutti i giochi aperti, sa bene che viene fuori il finimondo. si sta cercando di mettere in evidenza una spettacolarizzazione che quest’anno non ci sarà”.

Ma sarà colpa del regolamento?

Questa Formula 1 odierna è caratterizzata da due false righe: un regolamento poco chiaro ed una direzione gara che cambia ad ogni gran premio. È ironico che una categoria così prestigiosa non possa godere per volere della FIA di una commissione fissa e stabile ad ogni appuntamento. Questo comporterebbe una equità nelle decisioni che si verificano durante i gran premi, senza usare due pesi e due misure per situazioni che, di base, potrebbero essere risolte tutte nella medesima maniera. Per salvare questa Formula 1 bisogna trovare un equilibrio tra la tradizione che ha questo sport e le nuove tendenze che si stanno venendo a creare. Cercare un punto di giuntura tra la vecchia via e la nuova.

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Raffaello Caruso

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