FIA GP Australia
La FIA è una federazione che ha sempre più paura di se stessa ed il risultato del GP di Australia ne è la prova, come analizzato da Franco Nugnes, in esclusiva per noi.

La FIA ha regalato alla Formula 1 l’ennesimo capitolo scritto malamente che va ad annoverarsi in quello che è il grande libro della storia della Formula 1. Una favola che, negli ultimi anni, sta subendo delle sfumature in perfetto stile da libro horror. Tra errate gestioni ed imposizioni regolamentari forzate, abbiamo analizzato la situazione della FIA durante l’ultima puntata di Paddock GP assieme a Franco Nugnes, direttore e responsabile di Motorsport.com Italia. 

Tanti errori al GP di Australia che portano il nome di FIA

Durante la stagione 2021, la Formula 1 è stata teatro di scelte discutibili nel corso di una stagione che è stata deleteria ai fini dello sport e dell’emozione che questo riesce a regalare. Durante il GP del Belgio abbiamo assistito alla gara più breve della storia (3 minuti e 27 secondi di durata), il GP di Arabia Saudita sarà ricordato per averci fatto assistere alle classiche trattative che avvengono nel suq (il mercato locale arabo), mentre il round finale ad Abu Dhabi sarà discusso per ancora moltissimi anni per quello che ne è stato il risultato finale: la vittoria del primo titolo mondiale di Max Verstappen.

FIA GP Australia
Photo Credit: F1.com

Ma se quelli sono stati gli episodi più bui della F1 moderna, non avevamo ancora fatto i conti con il GP d’Australia, appuntamento che ha definitivamente confermato come il problema di questi errori non abbiano un volto (Michael Masi o Niels Wittich), bensì portano il nome di FIA, una federazione che ha sempre più paura di se stessa, meno autoritaria e più passiva. A tal proposito, Franco Nugnes, direttore responsabile di Motorsport.com Italia ha analizzato la situazione che sta vivendo la federazione durante l’ultima puntata di Paddock GP.

“Pensavo che con Abu Dhabi 2021 avessimo toccato un culmine e superata la vetta si ricominciasse a gestire la F1 in un certo modo. Abbiamo visto due direttori di gara l’anno scorso, l’esperimento è fallito ed uno è scomparso durante la stagione, ne è rimasto un altro che mi sembra allucinato. Tutte cose che se le analizziamo servono a sminuire il valore della F1 che conosciamo. Qui non ci vedo le mani di un promotore, ma di una FIA che è molto debole ed ha paura di se stessa. Qui vedo il punto di caduta per ciò che abbiamo visto in Australia e mi preoccupo perché può essere un cambiamento al punto che non vedremo più le safety car e solamente bandiere rosse”. 

FIA GP Australia
Photo Credit: F1 Twitter

Per quanto concerne l’applicazione del regolamento, quasi come per pararsi da ogni possibile responsabilità e critica (evidentemente anche nel modo sbagliato), la direzione gara impone le proprie regole a bacchetta, coi paraocchi, senza analizzare la situazione al contrario di quanto era abituato a fare magistralmente l’ex direttore di gara Charlie Whiting. 

“Si rimpiange molto Charlie Whiting perché lui leggeva le regole secondo il buon senso capendo cosa stava succedendo e adeguandosi a quello che era l’evento in atto. Adesso si arriva a leggere il codice della corsa e si interpreta la regola per cui la si legge senza capire l’impatto che porta”. 

Ascolta Paddock GP!

Raffaello Caruso e Gabriele Bassi commentano il GP di Australia assieme a Franco Nugnes, direttore e responsabile di Motorsport.com Italia.

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Raffaello Caruso

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