gp bahrain aston martin
Aston Martin chiude il GP del Bahrain da seconda forza in griglia grazie al terzo posto conquistato da Alonso e al sesto ottenuto da Stroll.

Il GP del Bahrain ha confermato quella sorpresa che si era notata durante i test, ossia Aston Martin. Il terzo posto conquistato da Fernando Alonso e il sesto ottenuto da Lance Stroll hanno mostrato che, Red Bull a parte, c’è un altro team di cui tenere conto. La sfida è solo all’inizio ma la carica, questa volta, è stata suonata da chi, fino allo scorso anno, sembrava non poter emergere davvero.

GP Bahrain, Aston Martin: seconda forza quasi a sorpresa

La bandier a scacchi sventolata sul circuito di Sakhir ha messo in evidenza una realtà quasi inaspettata. Dietro alle irraggiungibili Red Bull di Verstappen e Perez il lampo che è arrivato non è stato quello rosso delle Ferrari, ma nemmeno quello nere delle Mercedes. A cogliere quella terza posizione è stato infatti Fernando Alonso. Un risultato giunto quasi a sorpresa, su cui nonostante tutto si faceva fatica a credere. Un terzo posti che ha così mostrato quel due volte campione del mondo rimasto per tempo nascosto dietro a scelte non del tutto fortunate.

I test sul tracciato in Bahrain avevano già mostrato una AMR23 dal grande potenziale. Il team di Lawrence Stroll si è infatti posto un obiettivo preciso e sognare ora non appare così fuori luogo. Entrambe le RB19 che hanno preceduto Alonso restano inarrivabili al momento, ma la strada intrapresa da Aston Martin in questo 2023 sembra poter portare il team ad un altro e alto livello. A 41 anni infatti il due volte iridato ha mostrato davvero cosa significhi avere fame; una fame che forse ora può finalmente iniziare ad essere saziata.

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Photo Credit: Aston Martin F1 Twitter

Nonostante il protagonista assoluto in casa Aston sia stato il pilota spagnolo, dall’altro lato del box non è certo regnata la delusione. Stroll è infatti giunto sesto al traguardo, lontano dal suo compagno ma confermando l’enorme potenziale della nuova monoposto. Il pilota canadese, dopo l’incidente che lo ha costretto a saltare i test, si è presentato in Bahrain consapevole di quanto poteva avere tra le mani. Il vistoso dolore a seguito dell’operazione subìta non ha però fermato Stroll che si è così reso autore di un weekend di tutto rispetto.

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Aston Martin, il coraggio di crederci

Al termine della prima delle 23 gare previste tirare le somme sarebbe una mossa audace. Dal primo esame stagionale Aston Martin può però uscirne a testa alta; non solo la vettura si è mostrata competitiva ma, quasi a sorpresa, ha reso possibile ciò che si pensava essere complicato. La lotta al titolo non sembra infatti a portata di nessuno al momento, ma dopo quella Red Bull la gara è tutt’altro che chiusa. Aston Martin si è così candidata ad essere quel team outsider che da una parte può infastidire, mentre dall’altra è pronto a dare spettacolo.

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Photo Credit: Aston Martin F1 Twitter

Dopo le difficoltà vissute cel corso del 2022, in casa Aston Martin hanno deciso di reagire. L’obiettivo a lungo termine, come spesso dichiarato da papà Stroll, è il titolo mondiale. Una strada lunga che, ad oggi, il team inglese sembra però aver intrapreso. Entrambe le vetture si sono infatti dimostrate competitive, permettendo così ai due piloti di sentire quel brivido spesso timido quando la lotta in pista è per il fondo della griglia o poco più.

Un progetto ambizioso quello presentato da Aston Martin ma che sottolinea quella caratteristica a cui tutti in F1 dovrebbero ambire. Essere coraggiosi infatti non è una qualità che devono avere i soli piloti. Il team di Lawrence Stroll ha così avuto il coraggio di credere nelle proprie capacità, di credere in quella scalata mondiale che sembra essere iniziata davvero. La scelta di cambiare monoposto sembra dunque aver ripagato. La F1, tralasciando chi ha fatto gara a sé, ha così iniziato a tingersi di verde in Bahrain. Un insegnamento, quello che ha dato Aston Martin, da cui tutti dovrebbero imparare. Cambiare richiede coraggio e in un mondo come quello della F1 averne è la vera carta vincente.

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Chiara Zambelli

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