In un’intervista a Motorsport.com, Carmelo Ezpeleta è tornato a parlare del calo di pubblico in MotoGP, prendendo come già fatto in passato ad esempio la Formula 1, che ha accresciuto i suoi profitti e avvicinato il pubblico in modo esponenziale negli ultimi anni con l’arrivo di Liberty Media.
Le parole di Ezpeleta sulla MotoGP
Nonostante un campionato spettacolare che ha tenuto vive le possibilità di titolo fino all’ultima gara, il pubblico della MotoGP si è raffreddato. Molti i fattori sotto analisi, con alcune direttive per il 2023 volte ad aumentare maggiormente lo spettacolo con l’inserimento delle gare sprint ad ogni weekend di gara.
Il paragone, come in passato, è stato fatto con la F1 che è dentro a un trend opposto a quello della MotoGP. Negli ultimi anni il fatturato è aumentato e insieme ad esso anche il seguito di pubblico, anche grazie alla serie TV Netflix Drive to Survive.
“In termini di spettacolo, la F1 è il numero uno tra gli sport motoristici. Il nostro obbligo è quello di guadagnare popolarità, ma senza che la F1 sia il punto di riferimento. Il fatto che la F1 sia popolare ci aiuta molto. È vero che ultimamente sono cresciuti molto, e non credo che sia esclusivamente merito di Drive to Survive, anche se sicuramente ha contribuito. A mio avviso, la popolarità arriva a ondate. Non molto tempo fa, la F1 era in difficoltà e noi eravamo il meglio del meglio”
Nonostante questo, Ezpeleta non sembra preoccupato della condizione di salute della MotoGP, sottolineando anche gli aspetti positivi della scorsa stagione, la prima post Rossi.
“La partenza di un’icona come Valentino ha avuto un impatto, questo è certo. Ma ne stanno arrivando altri. Valencia era piena, anche se non c’erano spagnoli che potessero lottare per il titolo della MotoGP. Anche la Germania. La Francia, grazie all’effetto Quartararo e Zarco, era più affollata che mai. Ho l’obbligo di studiare ciò che abbiamo fatto bene e ciò che stiamo sbagliando. Il primo per continuare su quella linea e il secondo per migliorarla. Ma non condivido in alcun modo il discorso catastrofico che alcuni vendono. Non c’è depressione”
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Simone Massari