Las Vegas GP - Formula 1
Non si placano le polemiche nei confronti del GP di Las Vegas. Questa volta ne parla Christian Nimmervoll, capo redattore di Motorsport Network Germania

Si parla, più nello specifico, di 400 milioni di dollari per un’operazione che durerà fino al 2032. Quello di Las Vegas va ben oltre il “classico” Gran Premio. Nonostante sia passato solo un giorno (e neanche completato visto quello che è accaduto in pista nelle libere 1), già si tirano le somme su quello che si sarebbe potuto fare o meno nell’evento più glamour dell’anno per la Formula 1.

Las Vegas dal punto di vista del giornalista Christian Nimmervoll

Christian Nimmervoll, capo redattore della testata tedesca motorsport-total.com, ha pubblicato nelle ultime ore un articolo/opinione sul fascino unico della Formula 1 di Las Vegas, almeno dal punto di vista del giornalista. Con una lunga lettera ai lettori, Nimmervoll ha sottolineato alcuni punti interessanti su come i milioni investiti da Liberty Media potessero essere gestiti meglio.

“Sono sicuro che la gara di domenica sarà uno spettacolo scintillante, come la Formula 1 non l’ha mai visto in 73 anni di storia. Il detentore del copyright Liberty Media ha fatto un ottimo lavoro nel rendere possibile un evento in così poco tempo. Qui non solo si pensa in grande, ma si fa anche in grande. Ma il lavoro del giornalista porta con sé il fatto che, come parte del mio lavoro di osservatore sul campo, lo vedo come un modo per lamentarsi di alcune piccole cose che non vanno ancora così bene. E Liberty Media, con tutti i milioni investiti, avrebbe potuto gestire meglio”, si legge sul portale dalla penna di Nimmervoll.

Rischio Gran Premio? il giornalista tedesco ha, inoltre, aggiunto: “A partire dall’ispezione in linea a cura del direttore di gara della FIA Niels Wittich che avrebbe dovuto dare il via libera martedì e poi ripetuta mercoledì, al momento della cerimonia d’apertura, che è stata molto affollata, non si sapeva ancora se il Gran Premio avrebbe potuto avere luogo”.

I giornalisti devono aspettare a causa dello spettacolo dei droni

Nimmervoll continua, dando alcuni dettagli specifici da inviato sul campo, o per meglio dire in pista, direttamente dal Nevada: “Non ha nulla contro l’intero spettacolo, purché non interferisca con l’evento vero e proprio e con il lavoro di coloro che lavorano in Formula 1. Dal punto di vista soggettivo del professionista dei media, ciò che trovo meno elettrizzante è che prima della cerimonia di apertura si debba andare dal paddock al centro dei media per lavorare per poi aspettare lì in una camera blindata, perché il passaggio a piedi viene bloccato per motivi di sicurezza mentre i droni luminosi viaggiano in aria. Se avessi saputo che non avrei mai potuto lavorare, sarei rimasto al paddock a guardare lo spettacolo da solo. Ancora più fastidioso è il fatto che il centro media non è ospitato direttamente nel paddock come su tutti gli altri percorsi (Baku tranne una volta, ma in realtà non c’è niente di diverso, e i percorsi sono molto più brevi), ma si deve camminare un quarto d’ora andata e ritorno ogni volta, se vuoi fare una domanda alla conferenza stampa al Paddock e poi scrivere al Media Center. Mi rendo conto che non si vuole spendere un metro quadrato di spazio per noi giornalisti che non generano un fatturato diretto per gli azionisti. Ma sarebbe bello se ci si prendesse un po’ più cura di chi porta a casa quello che succede sul posto dedicato a chi non può permettersi un Gran Premio di lusso”.

gp las vegas sfera
GP Las Vegas – Sfera

Las Vegas: solo per i portafogli grandi. Cosa pensano i locali

Sempre secondo Nimmervoll, l’opinione dei locali sulla Formula 1 è divisa. “Il tassista (Uber), che ci ha portato dall’aeroporto all’hotel, era molto infastidito dal fatto che, a causa dei blocchi stradali, i residenti della zona potrebbero dover fare enormi deviazioni per arrivare al lavoro. Il simpatico signore con lo scooter davanti all’ingresso dell’hotel, che si è trasferito da San Diego a Las Vegas qualche anno fa, trova semplicemente fantastico quando succede qualcosa nella sua città. Ecco perché si è trasferito qui, dice, e noi giornalisti preferiamo non prestare attenzione ai pettegolezzi. E poi c’è il jet lag, due settimane prima di Las Vegas. Ci si può aspettare il cambio dell’ora per i professionisti altamente pagati. Tra una settimana, però, ci sarà un altro fuso orario ad Abu Dhabi. Alcuni saranno un po’ stanchi quando saliranno in macchina per il primo allenamento. Per alcuni non importa, come Kevin Magnussen, ma per altri è meno figo, come Max Verstappen. Quest’ultimo sta comunque crescendo drammaticamente nella mia simpatia personale. Soprattutto perché si è dimostrato sin da subito non così entusiasta per questo Gran Premio, definendosi addirittura un clown nella cerimonia d’apertura. E’ stato un po’ impertinente, in senso positivo naturalmente. Finalmente qualcuno che dice ciò che pensa davvero. E’ fantastico!”.

Conclude così il suo pensiero Christian Nimmervoll, una riflessione/critica di un un’esperienza che tutt’ora rappresenta il presente ancora per qualche giorno. E se dopo qualche ora dalla “Race Week” questi sono i risultati, beh, un grande in bocca al lupo al collega Nimmervoll.

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Martina Milia

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