Brown addio frustrante Ricciardo
Nel suo percorso in F1, Daniel Ricciardo è stato autore di scelte che hanno fatto discutere. McLaren potrebbe essere la sua ultima occasione?

Se chiedeste a qualsiasi tifoso di Formula 1 quale sia stata, per lui, la più grande delusione di questo inizio stagione 2022, vi risponderebbe sicuramente Daniel Ricciardo. Vi direbbe che forte lo è sempre stato e che ora questo suo stato di forma proprio non si spiega. Anche se siamo giunti solo alla pausa estiva, infatti, l’australiano della McLaren sembra irriconoscibile: in una crisi nera che perdura da più di un anno salvo la breve parentesi della vittoria a Monza. Guardando alle scelte di carriera del sorridentissimo Ricciardo, si può osservare una chiara direzione, presagio del fatto che, forse, la sua non sia stata solo sfortuna.

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Daniel Ricciardo ed il passaggio “col botto” da Red Bull a Renault

Col senno di poi sembrano stupidaggini, i tempi di convivenza in Red Bull tra il difficile Max Verstappen e Daniel Ricciardo. Ricordi di una rabbia immatura, di una carriera che doveva ancora decollare, di un posto che da qualche parte, da qualsiasi parte, Daniel era sicuro di potersi ritagliare. Il Ricciardo che ha tamponato per errore Max Verstappen a Baku, nel 2018, dopo una gara estenuante passata a giocare al gatto e al topo, non è lo stesso di oggi. Quello aveva un talento crudo e brillante, era sicuro di sé tanto da essere disposto a sbattersi la porta alle spalle pur di non fare la seconda guida. Aveva vinto ed era sicuro di farlo ancora, perché perdere non piace a nessuno e perché nella sua prima stagione aveva sbaragliato un fuoriclasse come Vettel.

Daniel Ricciardo Red Bull
Photo Credit: Formula Archives Twitter

Per questo aveva scelto, dal 2019, di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Di abbandonare una Red Bull poco affidabile con foga e un possibile contratto in mano, a favore di una Renault che sembrava più una scommessa sul proprio talento che altro. Il Daniel di quattro o cinque stagioni fa era questo: una promessa, uno talmente bravo che con una “staccatona alla Ricciardo” poteva fare magie anche su una monoposto mediocre. La scelta era logica al tempo, seppur presa di fretta. Le Renault erano dirette rivali delle Red Bull, e Carlos Sainz pronto a fargli posto nel team francese. Invece qualcosa è andato storto.

Daniel Ricciardo, separato in casa con Renault e McLaren

Una parentesi brevissima, quella in Renault. Il tanto che basta per far sognare gli spettatori tifosi di lui e del il suo sorriso. Neanche un anno e Ricciardo é già fuori dal team con un contratto fresco fresco da parte di McLaren in mano. Corre durante tutto il 2020 con il cuore e la testa da un’altra parte ed i piedi sui pedali di quella monoposto gialla. Una porta aperta e richiusa troppo in fretta, perché in questo sport contano i risultati, i numeri, le cifre scritte su un contratto da cui ci si aspettava di più e che Renault non ha soddisfatto.

Daniel Ricciardo Renault
Photo Credit: Alpine f1 Twitter

Nonostante tutto, si riesce a piazzare sul podio per ben due volte, mantenendo viva la speranza di chi sperava non fosse finita con Red Bull. Ricciardo, da quello che traspare, ha sempre avuto tra le mani delle vetture che gli facessero fare bene, ma mai abbastanza per essere in lotta per il titolo. Per cui ha cambiato, veloce e senza tempo da perdere, via dalla Renault. Con McLaren, dal 2021 la situazione sembrava poter essere diversa, positiva. Invece è proprio qui che sono cominciati i problemi più grandi: sono arrivati l’età, un compagno di squadra più abituato alla vettura, e una monoposto difficile da guidare per uno che si è giocato le cartucce, la capacità di adattarsi e cambiare stile di guida, di ripartire da zero ancora una volta.

Daniel Ricciardo, con McLaren è finita?

Al momento, Daniel Ricciardo si ritrova nella crisi più profonda della carriera, con delle prestazioni che lo lasciano con un piede fuori dalla porta della scuderia McLaren. Parlano fin troppo chiaro i suoi miseri 19 punti ed i risultati costantemente rasenti la top 10, complice anche una vettura che aveva promesso di poter lottare in testa alla classifica e invece si ritrova quasi al fondo. Al suo posto, McLaren vuole il più giovane connazionale Oscar Piastri, conteso e litigato con Alpine anche per vie legali. Sono disposti a pagare Daniel per andarsene, quando due settimane prima l’intento sembrava quello di continuare nonostante le difficoltà.

Daniel Ricciardo McLaren
Photo Credit: McLaren F1 Twitter

Così, tradito e con la coda fra le gambe – ma con il portafogli decisamente più gonfio – la scelta ovvia sembrerebbe quella di tornare a guidare per la scuderia francese che aveva abbandonato, ora ribattezzata in Alpine. Potrebbe essere questa la fine della parabola di un astro nascente dal sorriso smagliante? Di uno che sembrava nato per battere anche Sebastian Vettel e stare tra i grandissimi e che invece si è spento? Nulla è ancora deciso, ma il tempo di Daniel in Formula 1 pare agli sgoccioli, e le scelte che ha fatto per costruirsi un nome, scommesse in un mondo d’azzardi, lo hanno fino ad ora lasciato a bocca asciutta.

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Una carriera segnata da sfortuna e miopia

Ripercorrendo la carriera di Daniel Ricciardo fino al suo approdo in McLaren, è impossibile non rimanere con l’amaro in bocca. Indubbiamente il più carismatico del paddock, sarebbe stato bello vederlo conquistare più delle sue otto vittorie e sorridere tutto guance e denti dal gradino più alto del podio. Quando si parla del suo percorso in F1, il tasto dolente sono le sue scelte, imputate senza troppi giri di parole al “momento sbagliato”. In sostanza, alla sfortuna. Coi dati alla mano, però, l’evidenza parla chiaro e dice che Ricciardo è arrivato in Red Bull quando questa ha smesso di vincere e se n’è andato quando ha ricominciato. Che ha puntato su Renault quando i motori che forniva alla Red Bull erano poco affidabili. Che, non contento, è fuggito dopo un anno e mezzo per una McLaren che non ha azzeccato i nuovi regolamenti.

Ricciardo Verstappen Red Bull
Photo Credit: Formula Archives Twitter

Quindi sfortuna, sì, ma anche tanta, troppa impazienza. Quella di un giovane talento che sa il proprio valore e preme, col sangue pulsante sull’asfalto, per dimostrare che anche lui è lì per vincere, come Sebastian, come Lewis. L’irruenza di uno che digrigna i denti all’idea di dover fare la seconda guida in un team di punta e preferisce portare di talento e di staccate impossibili una macchina mediocre oltre la linea del traguardo. Ma anche la furia cieca di un pilota che non ha la calma di vedere la visione completa, di aspettare un progetto. Di avere fede, punto e basta.

Daniel Ricciardo Red Bull
Photo Credit: Red Bull F1 Twitter

Perché alla fine, si tratta di un brutale gioco delle sedie con soli venti posti. E quando la musica si ferma, bisogna solo sperare di non rimanere in piedi. “I never left“, “Non me ne sono mai andato“, ha detto Daniel dopo la vittoria di Monza. Invece forse un po’ mentiva, perché se n’è sempre andato troppo presto.

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Camilla Taglietti

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