I principali piloti di Formula 1 hanno chiarito di voler tornare sull’argomento inerente alla presenza della Formula 1 in Arabia Saudita una volta che la gara di domenica sarà finita. I rischi che si sono presentati nelle ultime quarantotto ore hanno chiaramente destato un segnale importante, seppur già conosciuto: l’Arabia Saudita non è un posto sicuro dove correre.
Il GP di Arabia Saudita rischia di non correre più in F1
Venerdì sera, tutti i 20 piloti di F1 erano sull’orlo del boicottaggio del Gran Premio dell’Arabia Saudita di quest’anno dopo che un attacco missilistico avvenuto vicino deposito di petrolio dell’Aramco ha sollevato problemi sulla sicurezza.
In una serie di incontri durati più di quattro ore, dirigenti della F1, capi squadra e funzionari dell’Arabia Saudita hanno tentato di rassicurare i piloti sulla sicurezza dell’evento e alle 2:30 di sabato è stata presa la decisione collettiva di disputare la gara, seppur sotto “velate minacce” come riportato da numerosissime ed importanti testate.
I dettagli su come è stato raggiunto l’accordo sono rimasti privati tra le parti coinvolte, ma sabato alcuni piloti hanno chiarito di voler rivisitare l’argomento dei futuri GP in Arabia Saudita una volta terminato il fine settimana di gara.
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