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Il GP di Abu Dhabi ha proclamato Mercedes campione Costruttori per l'ottava volta di fila; ma quella a Yas Marina può dirsi una vittoria?

Il GP di Abu Dhabi doveva essere una gara dal risultato dolceamaro per la Mercedes; da una parte c’è infatti stato Hamilton, battuto all’ultimo dal rivale, ma dall’altra c’era il trionfo per la scuderia nel campionato Costruttori, l’ottavo dell’era turbo-ibrida. Il tutto si è invece chiuso in polemica, tra le grida di entrambi i team principal; il pasticcio causato dalla Federazione ha messo in ombra i due campioni, ma la lotta politica ha cancellato quello che alla fine è un semplice sport di squadra.

Mercedes campione nel GP di Abu Dhabi?

L’esaltante ultimo round si è chiuso all’ultimo giro, spettacolo meritato per la combattuta stagione che i protagonisti ci hanno regalato. Max Verstappen si è laureato campione del mondo per la prima volta nella sua carriera, riuscendo in quella difficile impresa di battere il Re indiscusso Lewis Hamilton. Un epilogo non scritto, un destino che all’ultimo minuto ha deciso di prendere una direzione diversa, regalando un’altra pagina di storia alla F1.

La gara di Lewis Hamilton è stata perfetta, condotta correttamente dall’inizio alla fine; una partenza da manuale rispetto a quella del rivale ha fatto in modo di dare quel vantaggio che a Hamilton è mancato dopo le qualifiche del sabato. Un primo contatto al limite ha incrinato la situazione fuori dalla pista; poi la fuga del pilota inglese sembrava aver messo tutti d’accordo. Lo schianto di Latifi in barriera ha poi cambiato le carte in tavola.

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Il podio del GP di Abu Dhabi – Photo Credit: Red Bull Content Pool

Dall’altro lato la gara opaca di Bottas ha messo in evidenza le difficoltà vissute dal pilota finlandese quasi in ogni weekend di gara. Il sesto posto del numero 77 del team di Brackley, a fronte del ritiro di Sergio Perez, ha comunque permesso a Mercedes di chiudere il ciclo di quest’era turbo-ibrida come unica dominatrice. Otto sono infatti i titoli mondiali che la scuderia guidata da Toto Wolff ha portato a casa. Risultato che nella domenica di Abu Dhabi è stato totalmente dimenticato.

Un finale basso per una stagione in alto

Per essere veri campioni bisogna anche saper riconoscere la sconfitta, quando questa è evidente. Questo ha mostrato Lewis Hamilton al termine del GP di Abu Dhabi, dopo quella bandiera a scacchi sotto cui Max Verstappen è passato per primo, diventando così campione del mondo. Un sette volte campione del mondo d’altronde non lo si diventa mai per caso e il gesto dell’inglese conferma il suo essere grande. Quell’abbraccio finale, dopo il risultato in pista, è stato il gesto di un signore, del campione che Lewis ha comunque mostrato di essere. Diversamente da quello che ha mostrato il team.

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I complimenti di Hamilton a Verstappen al termine del GP di Abu Dhabi – Photo Credit: Red Bull Content Pool

Please, no safety car. Il team radio con cui si è aperto Toto Wolff con la FIA, quando la vettura di Antonio Giovinazzi si è fermata a bordo pista, è forse solo uno degli esempi bassi raggiunti dai team principal. Le grida riversate nelle orecchie di Michael Masi nella fase finale del GP e le proteste presentate dopo la gara sono la conferma di quel timore che si respirava da troppo tempo. Un mondiale politico vale più di quello sancito dalla pista?

Lewis Hamilton ha detto sì, mentre il resto del team non l’ha fatto. Riducendo il tutto a uno spettacolo poco gradito. Olivander ha detto a Harry Potter che è la bacchetta a scegliere il mago. Il magico mondo della F1 avrà anche le sue regole, scritte nero su bianco e non sempre chiare a tutti, ma esiste anche quella legge non scritta dettata dall’unica vera sovrana. La pista. E in questo caso forse è stata la pista a scegliere il campione.

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Chiara Zambelli

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