guerra benzine f1 2026
La guerra delle benzine per la F1 del 2026 è iniziata nonostante rimanga ancora nascosta: Costruttori e aziende petrolifere sono all'opera.

Il 2026 per la F1 sarà un anno di grande cambiamento, con i Costruttori già all’opera in quella che viene definita come la guerra delle benzine. Gli investimenti delle aziende petrolifere sono infatti enormi in vista della nuova era del Circus con prove già in atto nonostante un divieto regolamentare, che però è aggirabile.

Guerra benzine 2026: Aramco e Aston in vantaggio

La F1 si appresta ad affrontare uno dei più grandi cambiamenti mai fatti nel 2026, con una guerra per le benzine che sembra ormai pronta a scatenarsi. In quell’anno infatti a cambiare non saranno le sole vetture, ma anche e soprattutto i motori, che verranno alimentati da benzine a zero emissioni. E proprio queste ultime sembrano poter avere un ruolo fondamentale per le future prestazioni. Per questo motivo i Costruttori e i relativi partner petroliferi hanno stanno già mettendo mano al portafoglio. La F1 ha infatti lasciato libertà di scelta sulla strada da seguire per il carburante del futuro, che potrà essere bio, dunque ricavato dalle biomasse, o e-fuel, un combustibile di sintesi prodotto con processi ad energia elettrica da fonti rinnovabili.

guerra benzine f1 2026
Photo Credit: Mercedes F1 Media Site

Tale libertà ha quindi dato il via ad una “guerra” che ad oggi resta ancora silenziosa. Come riportato da Franco Nugnes su Motorsport.com Italia, si parla infatti di investimenti che potrebbero arrivare a 100 milioni di dollari nel giro di tre anni. Cifre enormi che però risulteranno fondamentali non solo in F1 ma probabilmente anche per l’intero mondo dell’Automotive. Il Circus è infatti pronto ad essere pioniere di un’alternativa, sempre sostenibile, all’elettrico. Nel 2026 le vetture saranno meno aerodinamiche delle attuali, con i motori che torneranno ad essere protagonisti. Sarà dunque importante avere la miglior componente alimentata dalla miglior benzina.

Sempre come scritto da Nugnes, ad oggi chi sembra avere un vantaggio sulla concorrenza è Aston Martin. La scuderia di Silverstone è infatti legata ad Aramco, azienda petrolifera dell’Arabia Saudita. Quest’ultima ha già investito molto sul futuro, creando anche dei centri di ricerca specifici per lo sviluppo del prossimo e-fuel, testato ad oggi sui mono-cilindri che Honda ha prodotto, e continua a fare, per il 2026. Anche in casa Audi, nonostante un’ufficialità recente con British Petroleum, il lavoro ha già preso il via da tempo. Stesso discorso in casa Mercedes, dove la malese Petronas ha avviato numerose ricerche visto che è stato chiaro fin da subito che le future benzine potranno incrementare le prestazioni.

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Photo Credit: Ferrari Media Centre

Red Bull Powertrains, associata a Mobil1, sembra aver intrapreso la strada del carburante sintetico per le maggiori opportunità di sviluppo che questo tipo di benzina riserba. Chi invece non ha ancora deciso quale delle due vie percorrere sembra essere la Shell, legata alla Scuderia Ferrari. La lotta è quindi avviata anche se lontana, al momento, dalle luci della ribalta.

Sempre come riportato da Motorsport.com Italia, non mancano inoltre i primi raggiri ad un regolamento che, come sempre, presenta alcune zone grigie. Mettere al banco di prova una power unit del 2026, sia per lo sviluppo che per la ricerca di affidabilità, è infatti vietato. Ciò non toglie che i Costruttori qualcosa stanno comunque provando. Le norme possono infatti essere aggirate attraverso una piccola soluzione, ossia quella dei motori mono-cilindrici che ufficialmente non sono motori di F1 e che quindi possono fungere alla perfezione da cavie per provare ogni giorno una benzina diversa al fine di giungere alla miglior soluzione.

LEGGI: “GP Ungheria 2024: il programma di F1 e F2”

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Chiara Zambelli

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