Nell’ultima tappa a Miami, la F1 non ha sentito risuonare l’inno olandese e non solo per la vittoria di Norris, ma anche a causa di una Red Bull che forse inizia ad accusare i colpi di una situazione interna complicata, argomento di cui abbiamo discusso con Mario Donnini. Ospite nella nostra puntata di Paddock GP, il giornalista di Autosprint ha analizzato una situazione che per il team di Milton Keynes potrebbe farsi ancora più difficile.
Red Bull, Donnini: “La macchina non è un pezzo di ferro, risente del clima attorno”
Nella puntata di Paddock GP dedicata al GP di Miami, assieme al nostro ospite Mario Donnini, abbiamo discusso di quello che potrebbe accadere alla Red Bull entro la fine dell’anno. Sul particolare tracciato statunitense a brillare non è infatti stato il solito Max Verstappen, ma Lando Norris. Un secondo posto che di sicuro non è abitudine del campione del mondo in carica ma che, guarda caso, giunge all’ultima presenza ufficiale di Adrian Newey. Un altro terremoto interno con cui il team guidato da Horner, nonostante le parole di circostanza, prima o poi dovrà fare i conti.
Il clima che la Red Bull affronta fin da prima dell’avvio del mondiale non è infatti dei più sereni. Ed è proprio questo che potrebbe aver portato a quella mancanza di lucidità, anche se minima, che non ha condotto al dominio che ci si aspettava da una vettura come la RB20. Mario Donnini, in esclusiva nel nostro Paddock GP, ha dunque analizzato quelli che potrebbero essere i risvolti di una situazione che, anche a volerla nascondere, in qualche modo influisce sui risultati in pista.
“Miami per me non è un circuito che permette di fare considerazioni che in automatico si estendono a tutto. Che la Red Bull sia una macchina azzeccata ne siamo sicuri. Il problema è un altro; quanto tutto ciò che di tellurico, politicamente e tecnicamente, è successo e sta succedendo può influire all’interno della lucidità che serve per mettere in pista la macchina al massimo? È come quando i genitori iniziano a litigare e il bambino che è il primo della classe improvvisamente prende qualche insufficienza e si chiude in se stesso. La macchina è come il bambino; risente di quello che è il clima. Non è un pezzo di ferro, è un organismo vivente con decine e decine di parametri che dipendono anche dallo stato psicologico di chi li manovra”. – Mario Donnini
Red Bull, calo in vista?
La lotta di potere interna che Red Bull affronta, nonostante le apparenze, non sembra poter portare ad un lieto fine. La decisione di Newey potrebbe aver avuto anche l’attuale clima tra i motivi che lo hanno condotto all’allontanamento e questo è un fattore di cui in Red Bull, prima o poi, risentiranno. Una figura come quella dell’ingegnere britannico non è infatti facilmente sostituibile, fattore che ha sottolineato anche Mario Donnini.
“La possibilità di diventare un pochino vulnerabili c’è. Penso una cosa. Non so quanto Newey abbia costruito attorno a sé una squadra a lui omogenea. È il Maradona della progettazione, è uno che è capace di fare delle cose a cui gli altri neanche si avvicinano. È facile essere bravissimi con Newey al fianco, ma bisogna vedere quando va via. In questa F1 il problema è che sono state evidenziate delle individualità che fanno la differenza. Se adesso togli Newey, secondo me, andranno benone tutto l’anno ma dopo saranno cavoli amari”. – Mario Donnini
Il giornalista di Autosprint ha poi proseguito la sua analisi facendo una personale previsione. In uno sport come la F1 per vincere è infatti fondamentale che tutto funzioni alla perfezione e in un clima di totale serenità. Se fino all’anno scorso non vi erano dubbi in casa Red Bull, quest’anno la sinfonia ha già suonato in modo diverso. Sulla forza della vettura non c’è discussione, ma se il resto vacilla allora la pista può dare verdetti ben diversi.
“Io vedo una Red Bull che calerà. Secondo me entro la fine dell’anno diventano vulnerabili. Può essere a causa di un circuito strano, di una Safety sfortunata o della pioggia che arriva quando meno te lo aspetti. Le altre volte poteva succedere di tutto, ma tanto alla fine vinceva Verstappen. Adesso no, perché li vedo vulnerabili. Prevedo una Red Bull che inizierà a diventare attaccabile nei momenti strani, cosa che prima non accadeva”. – Mario Donnini
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