In esclusiva ai nostri microfoni durante l’appuntamento settimanale col podcast “Voci dalla Pista”, Cesare Fiorio ha analizzato la gara azera della Scuderia Ferrari. L’analisi è stata incentrata sull’affidabilità della F1-75 e sul ruolo del Team Principal Mattia Binotto.
Cesare Fiorio commenta la gara azera della Ferrari
Con il doppio zero archiviato durante la tappa azera, la Scuderia Ferrari ha mostrato di avere una vettura molto veloce, recuperando quel gap importante con la Red Bull in termini di potenza, ma con un punto debole assai elevato: l’affidabilità. È già la seconda volta che Charles Leclerc perde una corsa per un motivo legato all’affidabilità della sua F1-75 (Spagna e Azerbaijan), mentre per Carlos Sainz è stata soltanto la prima volta. Ma non c’è da preoccuparsi come ribadito da Cesare Fiorio, in esclusiva per noi nel podcast “Voci dalla Pista”.
“Credo che c’era da preoccuparsi molto di più quando la Ferrari non era competitiva e si batteva per le posizioni di rincalzo. In questo momento ha un’auto vincente, per cui lo sforzo che la Ferrari ha prodotto sotto la guida di Binotto è importante. L’affidabilità non è mai stato un problema della Ferrari in quanto tale, è un problema quando fai dei passi avanti ed in quel caso qualcosa si può rompere. L’affidabilità arriverà”.
Come è sovente dire: “Chi non risica, non rosica”. Ed è stata la teoria messa in pratica dal muretto box della Scuderia Ferrari. Gli uomini di Maranello erano ben consci che, aumentando la potenza del nuovo motore Evo2, sarebbero andati incontro ad un ritiro, ma l’affidabilità può essere ritrovata facilmente.
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“Hanno fatto bene a rischiare. Hanno ereditato un’auto che non era competitiva negli anni scorsi. Ora la Ferrari ha una monoposto competitiva, ha una rigida struttura e l’abilità di fare auto affidabili, una situazione sfuggita momentaneamente di mano, ma ripeto: l’affidabilità arriverà”.
Bisognerà tenere duro ancora per una gara. La tappa canadese segue consecutivamente quella del GP di Azerbaijan e, visto il poco tempo a disposizione, sarà impossibile sperare di mettere a punto la monoposto. Bisognerà attuare una strategia basata su una scelta importante: rischiare come a Baku oppure mantenere un basso profilo e portare quanti più punti a casa?
“Certamente i nuovi calendari comprendono 22 o 23 gare che sono troppi e diventa impossibile mettere a punto una monoposto in così poco tempo. Penso che 16 GP come una volta fosse più giusto. Prendere dei rimedi con tempi così stretti sarà dura, quindi in Ferrari dovranno decidere se prendere dei rimedi sacrificando la potenza, oppure continuare sulla via di Baku e rischiare”.
Ultimo, ma non meno importante è Mattia Binotto, il quale ricopre una posizione sempre più in bilico. Il TP della Ferrari è messo alla gogna da moltissimi tifosi che lo vorrebbero fuori dai giochi, sostituito da qualcuno più competente e con la giusta abilità di mandare avanti una squadra. Farlo adesso, però, sarebbe un errore imperdonabile e bisogna continuare a dare fiducia ad un uomo vittima, quanto i piloti, dello stesso sistema Ferrari.
“Non credo assolutamente che il suo ruolo sia a rischio e spero vivamente che non lo sia. Binotto ha dato un impulso alla macchina veramente incredibile, per cui è molto meglio avere una vettura competitiva sapendo che l’affidabilità verrà ritrovata, anziché averne una affidabile incapace di competere con gli avversari”.
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