Lo scorso giugno la FIA aveva diramato una nuova direttiva che andava a regolamentare i pit-stop allo scopo di renderli più sicuri e, di fatto, più lenti. La mossa della Federazione aveva fatto storcere il naso a parecchi team, in particolare alla Red Bull, squadra che ha fatto della velocità nei pit-stop uno dei suoi punti forti. E’ di oggi la notizia che la Fia è tornata sui suoi passi: dalla direttiva sono scomparsi i riferimenti ai tempi minimi di reazione durante il cambio gomme.
F1, direttiva pit-stop, la Fia ci ripensa ed elimina le parti più controverse
Pit-stop di almeno due secondi per aumentarne la sicurezza. Anzi no, contrordine. La FIA fa marcia indietro sulla direttiva che aveva emanato lo scorso giugno e che andava a regolamentare la durata minima dei pit-stop durante i GP. Nello specifico, la parte della direttiva che aveva creato più malumori riguardava i tempi minimi di reazione, in particolare i due decimi che, secondo la FIA, devono intercorrere tra il momento in cui la macchina viene rimessa a terra e quello della ripartenza della vettura. La Red Bull aveva accusato la Mercedes di volerla colpire in uno dei suoi punti di forza, in un crescendo di polemiche che si era trascinate per settimane.
Durante il weekend di Silverstone la FIA ha però rivisto la direttiva, eliminando di fatto il tempo di reazione minimo di 0″15 che era stato l’oggetto del contendere. Nello specifico, i team che hanno dei sensori per segnalare il fissaggio delle gomme, dovranno utilizzarli per impedire il rilascio della monoposto in caso di mancato fissaggio di un dado. E ancora, tale sistema servirà ad impedire che un meccanico possa segnalare la fine dell’operazione prima che questa si sia effettivamente conclusa. In caso di segnalazione anticipata, il meccanico dovrà rilasciare il bottone e premerlo di nuovo solo solo dopo aver serrato il dado. Anche in questo caso l’applicazione di un tempo minimo di reazione pari a 0″15 è stato rimosso. La nuova direttiva, riveduta e corretta, sarà introdotta in Belgio a fine agosto e non più in occasione del GP di Ungheria, come era previsto originariamente.
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